Roadmap al 2020/2:
PIL +3,6%. Uno 0,3% annuo
dalla scuola riformata. Ecco come

 TuttoscuolaNews, n. 673  23.2.2015

Quelli sintetizzati nella news precedente sono gli impegni in materia di istruzione che insieme a quelli riguardanti la stabilizzazione dei precari sono indicati nel documento ‘Riforme strutturali in Italia da settembre 2014’ inviato alla Commissione Ue, che lo esaminerà il prossimo 27 febbraio insieme alla Legge di Stabilità 2015. Impegni che il Governo dovrà mantenere nei provvedimenti scolastici - decreto legge e disegno di legge (probabilmente di delega) - che il Consiglio dei ministri si appresta a varare in settimana. 

Le riforme del sistema di istruzione fanno parte del pacchetto di riforme strutturali (‘Roadmap’) la cui realizzazione dovrebbe assicurare un aumento del PIL quantificato complessivamente nel 3,6%. Il contributo maggiore verrà, secondo queste previsioni, dalle riforme economiche (privatizzazioni, competitività) e del mercato del lavoro (Jobs Act), molto apprezzate, e sollecitate, dall’Ocse nella sua Economic Survey sull’Italia, presentata la scorsa settimana a Roma. Ma un buon contributo è messo in preventivo anche per la riforma della Pubblica Amministrazione (+0,5%) e per le riforme della giustizia e del fisco (+0,2% ciascuna).

Per quanto riguarda la scuola l’apporto alla crescita del PIL sarebbe del +0,3%: un dato che non sarebbe comunque da sottovalutare perché la produttività delle riforme scolastiche si misura su tempi medio-lunghi, ben al di là del traguardo del 2020. Entro il 2020, tuttavia, si dovrebbero cogliere i primi risultati delle politiche volte a combattere la dispersione e a migliorare il rapporto scuola-mondo del lavoro, obiettivi prioritari di cui pure parla il documento inviato dal Mef alla Commissione europea.