L'intervento Certificare competenze Pasquale Almirante, La Sicilia 22.2.2015 Il Miur ha emanato una circolare con cui si invitano le scuole a sperimentare i nuovi modelli nazionali di certificazione delle competenze nelle scuole del primo ciclo d'istruzione, in ottemperanza a quanto già previsto dalla legge che istituiva l'autonomia scolastica. Con 25 anni di ritardo, ma alla fine la meta sembra raggiunta. Accompagnata da tre allegati, la circolare chiede, particolarmente alle scuole che hanno partecipato alle iniziative propedeutiche, di intraprendere un percorso ricerca-sperimentazione e di comunicare l'adesione entro il 20 marzo 2015 all'Usr di competenza. In altre parole con la certificazione della competenza, si suggerisce ai docenti di utilizzare gli apprendimenti acquisiti dai ragazzi nelle singole discipline all'interno però di un più globale processo di crescita individuale, imponendo così alla scuola di ripensare il proprio modo di valutare, visto che dovrebbe accompagnare sia il giudizio sugli apprendimenti e sia sul comportamento degli alunni. Dall'anno scolastico in corso, i genitori della classe quinta primaria e della terza ex media potranno ricevere una scheda con la valutazione della competenza dei propri figli, allegata alla tradizionale pagella, ma in forma di scheda; e se i collegi docenti sceglieranno di adottare il documento, a fine anno scolastico saranno chiamati a darne una loro valutazione per un eventuale miglioramento o integrazione. «Non è importante accumulare conoscenze, ma saper trovare le relazioni tra queste conoscenze e il mondo che ci circonda con l'obiettivo di saperle utilizzare e sfruttare per elaborare soluzioni a tutti quei problemi che la vita reale pone quotidianamente»: specifica la ministra. Chiariamo dunque che si tratta di un documento per livelli, quattro in tutto, e non per voti e che è nelle intenzioni di renderlo «trasparente e scritto in maniera semplice», armonizzandolo anche così coi modelli per la Certificazione previsti dalla normativa europea. Come si vede, nonostante possa creare qualche apprensione negli alunni, questo nuovo modello potrà avere positive ricadute anche negli esami di Stato dei prossimi anni, la cui formulazione complessiva dovrebbe quindi subire cambiamenti rilevanti, in linea, sia con i risparmi auspicati dal Miur, e sia con una più attenta valutazione dei saperi dei ragazzi.
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