Prèsidi elettivi: si può, Reginaldo Palermo, La Tecnica della Scuola 4.4.2015
Le motivazioni dei sostenitori dell'ipotesi sono interessanti, ma bisognerebbe esaminare meglio alcune questioni che per ora sono rimaste un po' nell'ombra. Il paragone dirigente scolastico-sindaco non regge per nulla. Vediamo perchè. Le motivazioni addotte a sostegno della figura del "preside elettivo" sono certamente interessanti anche se va detto che su un punto sono alquanto deboli. Ci riferiamo in particolare al parallelo con l'Università che non sembra reggere molto. Bisogna ricordare, infatti, che all'università molte responsabilità amministrative ricadono non sul rettore ma sul direttore generale che ha qualifica dirigenziale di alto livello. Così come non regge il paragone più volte fatto da Renzi e da Faraone con la figura del sindaco: anche nei Comuni gran parte delle responsabilità amministrative ricadono sui funzionari e sui dirigenti (in una cittadina di medie dimensioni 20-30mila abitanti, oltre al segretario generale vi sono almeno 3 o 4 dirigenti , spesso anche di più).
Questo per dire che una istituzione dotata di autonomia con rilevanza costituzionale quale è la scuola non può essere gestita senza la presenza di una figura dirigenziale. Ed è evidente che un docente eletto dal collegio non può acquisire automaticamente la qualifica dirigenziale. Anche il preside elettivo - insomma - presuppone necessariamente la presenza di un funzionario-dirigente. Per il resto si può tranquillamente discutere di tutto sapendo però che le norme di legge da modificare per rendere fattibile il progetto del "preside elettivo" sarebbero davvero tante e l'intera operazione richiederebbe tempi piuttosto lunghi. Nulla di male, per carità, l'importante è saperlo e non credere (e far credere) che si tratti di un cambiamento che si possa realizzare in pochi mesi. |