Riforma scuola, docenti, presidi e chiamata diretta:
Ddl scuola: uno dei punti maggiormente criticati di Gigi Rovelli, The Blasting News 6.4.2015 Le nuove funzioni dei presidi, secondo quanto previsto dal ddl scuola, in questi giorni in discussione alla Camera, sono senz'altro al centro dei dibattiti in ambito social. I docenti hanno già iniziato a protestare vivacemente per l'accresciuto potere nelle mani dei dirigenti scolastici: i presidi, infatti, avranno la possibilità di scegliere tre docenti nel loro istituto, docenti che andranno a formare quello che si può definire il 'team dirigenziale'. E qui sono partite le prime polemiche, in merito soprattutto ai criteri che verranno adottati per compiere tali scelte: merito oppure 'raccomandazioni'?
C'è un altro punto, però, sul quale vogliamo soffermare la nostra attenzione: quello riguardante la possibilità, da parte dei dirigenti scolastici, di poter attingere dall'albo regionale e scegliere in maniera autonoma i docenti che servono al loro istituto.
Secondo il tanto conclamato ed osannato principio dell'autonomia scolastica, i presidi avranno dunque la possibilità di chiamare direttamente i professori, anche da altre scuole, soprattutto perché si prevede che la composizione degli albi regionali sia impresa particolarmente ardua: teniamo presente che non sarà affatto facile comporre questi registri, visto che si dovrà tenere conto di diversi elementi come le classi di concorso e le tipologie di posto. Non dimentichiamo, poi, che bisognerà comunque aspettare che i docenti comunichino in quale regione vorranno essere iscritti: questo perché l'insegnante potrà aderire ad un solo albo regionale e, secondo quanto riportano le ultime indiscrezioni, non potrà dire di no ad un incarico per più di due volte, altrimenti verrà automaticamente escluso dalle graduatorie. Questa normativa riguardante l'iscrizione ai vari albi territoriali non riguarderà, invece, quei docenti che, alla data di entrata in vigore del ddl scuola, risulteranno essere assunti a tempo indeterminato. Sempre secondo quanto contenuto nel disegno di legge, si profila, quindi, una marcata suddivisione degli insegnanti in due categorie: da una parte avremo quei docenti con maggiore anzianità di servizio che non saranno, dunque, ancora soggetti alla precedente normativa e che, pertanto, potranno mantenere la loro attuale cattedra, dall'altra, invece, avremo i nuovi assunti che entreranno a far parte degli albi regionali e che dovranno aspettare la chiamata diretta del dirigente scolastico per un posto che avrà durata triennale. Infatti, i presidi, al termine del mandato, potranno decidere se conservare il posto al docente oppure rispedire il suo nome all'albo regionale... Anche qui, siamo certi, le polemiche non mancheranno: siamo curiosi di ascoltare la vostra opinione a riguardo, lasciateci pure i vostri commenti. |