Valutazione, ora si fa sul serio

A ottobre il format per le autoanalisi, a luglio il rapporto on line.
I sindacati non ci stanno

Giorgio Candeloro, ItaliaOggi 23.9.2014

Sulla valutazione degli istituti scolastici ora si fa sul serio. Il Miur ha pubblicato nei giorni scorsi, a firma del ministro Giannini, la direttiva per l'avvio del sistema nazionale unitario di valutazione, di cui nel documento si definiscono le priorità strategiche (si vedano le anticipazioni di ItaliaOggi di giovedì scorso). Le finalità del sistema sono sempre le stesse, quelle da tempo sbandierate anche da governi e ministri precedenti; la novità consiste nel fatto che sono state indicate le incombenze dei singoli istituti, il ruolo dell'Invalsi e, soprattutto, è stata definita una timeline precisa con uno scadenzario che porterà a regime il sistema entro il prossimo triennio e le cui tappe iniziali sono previste già nei primi giorni del prossimo mese di ottobre.

La valutazione sarà finalizzata al miglioramento della qualità dell'offerta formativa e punterà innanzi tutto, almeno nelle intenzioni, alla riduzione della dispersione e dell'insuccesso scolastici – vecchio pallino del premier Renzi - alla riduzione delle differenze tra scuole e aree del paese nei livelli di apprendimento degli studenti, al rafforzamento delle competenze di base e alla valorizzazione degli esiti dei ragazzi a distanza di tempo, con particolare attenzione ai rapporti con l'università e con il mondo del lavoro.

Qual saranno gli obblighi degli istituti nel favorire questo processo? Innanzi tutto essi dovranno prestare particolare attenzione alla somministrazione dei test Invalsi, senza più indulgenze nei confronti di boicottaggi e proteste da parte di studenti o docenti, visto che queste prove diverranno sempre più il vero architrave del sistema nazionale di valutazione. L'istituto sosterrà i processi di autovalutazione delle scuole tramite la fornitura di strumenti di analisi dei dati resi (obbligatoriamente) disponibili dagli istituti stessi, ma anche di quelli tratti dal sistema informativo del ministero e dalle rilevazioni nazionali e internazionali degli apprendimenti, definendo così un quadro di riferimento con indicatori comparabili per l'elaborazione (anch'essa obbligatoria entro il luglio 2015) dei rapporti di autovalutazione, il cui format sarà disponibile per le scuole entro un mese circa. Inoltre l'Invalsi si doterà nei prossimi mesi di una piattaforma operativa unitaria per coordinare efficacemente il flusso delle informazioni proveniente dalle varie fonti, che sarà elaborato dai servizi informativi del Miur.

Ma la vera novità per le scuole consiste nel fatto che non si parla più di sola autovalutazione. Anzi. Entro il marzo prossimo saranno stabiliti i protocolli di valutazione degli istituti, basati soprattutto su una analisi oggettiva dei livelli di apprendimento degli studenti; quindi saranno stabiliti gli indicatori di efficienza ed efficacia del servizio offerto all'utenza. A regime le scuole che non saranno «in regola» verranno sottoposte a verifica esterna da parte di nuclei di valutazione costituiti da ispettori e dirigenti tecnici provenienti da regioni diverse da quelle dove si trovano gli istituti da passare sotto la lente di ingrandimento dei controlli. Per il prossimo triennio le scuole da monitorare saranno circa il 10% del totale per ciascun anno scolastico, il 7% delle quali individuate in base agli indicatori Invalsi e il resto mediante sorteggio casuale.La pubblicazione on line del rapporto di autovalutazione ogni luglio consentirà un confronto tra istituti.

E i dirigenti scolastici dei singoli istituti saranno anch'essi valutati? Ed eventualmente su criteri puramente amministrativi oppure in base al successo scolastico dei loro alunni, in gran parte determinato dal lavoro dei docenti? Su questo punto la direttiva si limita a ricordare che entro dicembre prossimo saranno definiti anche gli indicatori per la valutazione della dirigenza a seguito di un confronto con le organizzazioni sindacali. A viale Trastevere, però, i rumors lasciano intendere che gli ex presidi saranno valutati con ogni probabilità per mezzo di indicatori basati sulle competenze degli alunni e anche sull'operato dei docenti.

Intanto però le reazioni dei sindacati della scuola sulla nuova valutazione sono tutte di segno negativo. Durissima in particolare la Flc-Cgil che ribadisce la sua «radicale contrarietà al nuovo modello di sistema nazionale di valutazione, stigmatizzando la mancanza di discussione preventiva e di confronto con i sindacati e la centralità che in essa viene riservata alle prove Invalsi. Il sindacato di Corso d'Italia non esclude l'ipotesi di impugnazione della direttiva. Negativo anche il giudizio della Cisl scuola, che, oltre a lamentare anch'essa il fatto che la direttiva è stata presentata ai sindacati come immodificabile, evidenzia «l'assenza di gradualità nell'impostazione di un processo ampio e complesso che aggraverà il carico di lavoro di docenti e dirigenti in mancanza di adeguate retribuzioni». Dura la Uil, che definisce senza mezzi termini «zoppo e senza risorse»il nuovo sistema di valutazione, denunciando il fatto che esso impone ai docenti e ai dirigenti nuove incombenze a retribuzioni ferme e promette di inserire il tema nella mobilitazione autunnale che i sindacati hanno in programma. Molto critici nei confronti di un sistema definito «invalsicentrico»e burocratizzato anche la Gilda e gli altri sindacati autonomi. Lo Snals-Confsal evidenzia come, al di là della forma, per cui le direttive sono prima pubblicate sui siti e poi discusse con i sindacati, «le innovazioni possono essere effettuate soltanto con stanziamento di adeguate risorse, che in questo caso non ci sono». C'è da scommettere che anche sulla valutazione tra sindacati e governo sarà aspra.