Tracciamo una via italiana
al sistema duale tedesco

di Gabriele Toccafondi*, Il Sole 24 Ore 18.9.2014

Nel documento «La Buona scuola» si è deciso di legare scuola e lavoro per dare un futuro al nostro paese. Su questa scelta c'è la consapevolezza da parte del governo e del ministero che investire su un reale rapporto tra istruzione e mondo del lavoro sia fondamentale per formare giovani in grado di rispondere alle esigenze del sistema produttivo. Occorrerà una più stretta collaborazione tra scuola e mondo dell'impresa, dobbiamo tracciare una via italiana al sistema duale tedesco; e al saper fare, si dovrà affiancare un potenziamento dei laboratori. Un vero e proprio "Piano Marshall" per dotare le scuole di laboratori funzionanti e per formare docenti e tecnici ad un loro utilizzo.

Alternanza scuola-lavoro

Si vuole introdurre l'obbligo dell'Alternanza Scuola-Lavoro (ASL) negli ultimi tre anni degli Istituti Tecnici ed estenderlo di un anno nei Professionali, prevedendo che il monte ore dei percorsi sia di almeno 200 ore l'anno.I percorsi in alternanza vengono progettati, attuati, verificati e valutati, sotto la responsabilità dell'istituzione scolastica o formativa, sulla base di apposite convenzioni con le imprese, con le Camere di commercio e con tutti gli enti disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di apprendimento in situazione lavorativa, che non costituiscono rapporto individuale di lavoro.

Apprendistato sperimentale

Un'altra misura presentata dalla Buona scuola è il programma di apprendistato sperimentale negli ultimi due anni della scuola superiore già lanciato nel 2014. È un contratto di lavoro a contenuto formativo finalizzato a favorire l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro attraverso l'acquisizione di un mestiere e/o di una professionalità specifica e può rappresentare "la via italiana" al sistema "duale tedesco", consentendo, contestualmente, allo studente di conseguire un diploma di istruzione secondaria superiore e, attraverso l'apprendistato, di inserirsi stabilmente in un contesto aziendale.
La procedura di attuazione della sperimentazione prevede che, inizialmente, il Miur e il ministero del Lavoro, stipulino un protocollo d'intesa con l'impresa interessata. In seguito le istituzioni scolastiche, singolarmente o in rete stipulano apposite convenzioni con l'impresa. L'obiettivo prioritario è di avvicinare i percorsi scolastici alle filiere produttive per contrastare la disoccupazione giovanile. Attualmente, l'Enel ha già siglato un accordo quadro per assumere come apprendisti circa 150 studenti non ancora maggiorenni coinvolgendo istituti tecnici di sette città: Torino, Mestre, Firenze, Brindisi, Civitavecchia, Napoli e Piacenza.

Gli istituti tecnici superiori

Il sistema Its che attualmente coinvolge con 65 fondazioni in tutta Italia oltre 5mila ragazzi, 200 scuole e 150 aziende rappresenta un esempio ed uno stimolo. Un esempio perché questi primi tre anni di Its ci dimostrano che scuola e aziende possono collaborare per il bene dei ragazzi e del sistema produttivo, non è un caso se oltre il 55% dei diplomati lo scorso anno ha trovato un'occupazione. Uno stimolo perché questa dimostrazione ci aiuta a portare questo schema di lavoro nelle scuole. Da questo stimolo nascono i Poli tecnico professionali, le botteghe scuola, la formazione professionale sussidiaria, l'impresa didattica. Tutti temi da sviluppare ed implementare, contenuti nelle proposte di lavoro de "La buona scuola".
Per sostenere l'architettura scuola-laboratori/apprendistato-lavoro, descritta nel documento governativo, sono necessarie importanti risorse finanziarie che il Miur da solo non riuscirebbe a fornire. Per questo motivo sarà fondamentale utilizzare lo strumento del co-finanziamento, che dovrà diventare prassi.

Coinvolgere i privati

Pertanto, occorrerà coinvolgere maggiormente e più attivamente le aziende, affinché si sentano fin dall'inizio parte integrante della filiera istruzione-orientamento-lavoro. Di pari passo con la semplificazione burocratica, si utilizzeranno incentivi fiscali per attrarre finanziamenti privati come lo School Bonus, lo School Garantee e il Crowdfunding.
Da parte nostra, come Miur, ci adopereremo per stabilizzare il Mof (fondo per il miglioramento dell'offerta formativa) per permettere alle scuole di programmare su un budget triennale. A questa risorsa, si intende affiancare quella del PON istruzione con i suoi 800 milioni da utilizzare per le attività didattiche aggiuntive nel settennio 2014-2020.
Siamo all'inizio di un cambiamento di mentalità e di concezione della scuola, la strada da percorrere è ancora lunga ma in gioco c'è il futuro dei nostri giovani e di tutta l'Italia, non possiamo più aspettare.

 

* Sottosegretario al ministero dell'Istruzione