Piano scuola/1:
qual è la strategia di Matteo Renzi?

 TuttoscuolaNews, n. 646 1.9.2014

Tanto tuonò che non piovve”, è stato l’ironico commento di ispirazione manzoniana (ma con finale rovesciato) del sindacalista Cisl Francesco Scrima alla notizia del rinvio dell’approvazione del pacchetto scuola da parte del Consiglio dei ministri del 29 agosto, diventato quasi un appuntamento epocale per le attese suscitate in settimane di voci, indiscrezioni, anticipazioni mai peraltro supportate da documenti, analisi, progetti.

Un flop del governo (più che della ministra, a quanto pare neppure consultata sulla decisione di rinviare) oppure un’abile operazione mediatica, in puro stile renziano, finalizzata a ottenere una ancora maggiore visibilità per il provvedimento che riguarda la scuola?

Se si analizzano le ripetute prese di posizione di Matteo Renzi sulla centralità della scuola, a partire dal programma da lui presentato in occasione delle elezioni primarie per la segreteria del Pd, è difficile avere dubbi: l’affiancamento del provvedimento sulla scuola a quello sulla giustizia e al cosiddetto ‘sbloccaItalia’ ne avrebbe molto limitato l’impatto mediatico. Di qui la decisione di riservargli uno spazio autonomo, una ribalta in esclusiva. E poi ci sono criticità, come quella della stabilizzazione dei precari, che aspettano una soluzione da anni, rispetto ai quali il problema non è uno slittamento di pochi giorni, ma appunto che si trovi veramente un rimedio.

Al politico Renzi, per come si è mosso da presidente del Consiglio, interessano i grandi numeri (lo si è visto anche nell’operazione ‘80 euro per dieci milioni di lavoratori a basso reddito’), e quelli della scuola sono, appunto, sempre grandi numeri: otto milioni di studenti, sedici milioni di genitori, un milione di dipendenti, oltre 40.000 plessi scolastici.

È significativo, da questo punto di vista, che la prima misura assunta da Renzi in campo scolastico abbia riguardato l’edilizia, con migliaia di sedi interessate. Ed è coerente con la ricerca dei grandi numeri (e dei relativi consensi) che si sia tanto insistito nelle scorse settimane di attesa del Cdm di fine agosto, sulle 100.000 assunzioni finalizzate a stabilizzare il personale precario.

Ma quale è la strategia di Renzi per la scuola? Per ora se ne vedono i risvolti, certamente appariscenti dal punto di vista mediatico e della acquisizione del consenso, ma mancano precise indicazioni su contenuti, obiettivi e risorse finalizzate al miglioramento della qualità e dell’equità del nostro sistema educativo. Ne parleranno le annunciate ‘Linee guida’? Mercoledì 3 settembre se ne saprà qualcosa. Forse.