Servizio non di ruolo da riconoscersi Pasquale Almirante, La Tecnica della Scuola 29.9.2014
Andrea Gavosto, direttore
Fondazione Agnelli, su La Stampa, contesta la scelta della ministra
Giannini di sostituite con membri esclusivamente interni le
commissioni agli esami di stato. Le misure più discutibili, secondo il direttore della Fondazione, sarebbero le ultime due: i tagli alle università e gli esami di stato, mentre occorre chiedersi “se non rinnovare i contratti a tantissimi promettenti giovani ricercatori universitari, costringendoli a cercare fortuna all’estero, per assumere, senza un controllo di qualità, tutti i supplenti delle graduatorie - compresi i mille specializzati in steno-dattilografia! - sia una scelta davvero lungimirante per il futuro del paese”. Ma in modo particolare, scrive Gavosto, “ Cambiare l’esame di maturità nella direzione voluta dal ministro Giannini, sostituendo le attuali commissioni miste con membri esclusivamente interni, è sbagliato”. È vero che pagare le missioni ai prof “costa ogni anno al ministero alcune decine di milioni di euro, ma a fronte di un risparmio non enorme, si rischia però di rendere ancora più inutile l’esame di Stato di quanto già non sia”. Per Gavosto “il vero punto debole della maturità è l’assenza di un metro di giudizio comune e studenti della stessa abilità possono ottenere risultati molto diversi, a seconda della severità della commissione, dell’indirizzo di studio o del territorio di appartenenza”. “Ovviamente, se il giudizio finale spetta agli stessi insegnanti che hanno seguito lo studente durante l’anno, le differenze fra scuola e scuola e fra classe e classe saranno ancora più accentuate; i voti saranno tendenzialmente più alti, perché difficilmente un consiglio di classe vorrà «sminuire » il proprio operato. La scelta italiana va controcorrente rispetto alle migliori pratiche internazionali, dove prevalgono prove standardizzate e esami centrali, ovvero corretti secondo criteri omogenei a livello nazionale. Anche da noi sarebbe sufficiente che i compiti fossero inviati a una commissione unica centrale o scambiati fra le scuole di regioni diverse, per assicurare una maggiore confrontabilità e attendibilità dei risultati, con un minimo costo aggiuntivo”. |