Maturità, Giannini: «Con la riforma
Il ministro dell'Istruzione fa il punto sulla
riforma: «Obiettivi prioritari di Alessia Tripodi, Il Sole 24 Ore 18.9.2014
Esame di maturità (forse) senza quizzone, sblocco delle graduatorie
per aprire all'assunzione dei prof precari, un Erasmus curricolare
per aumentare le sinergie tra scuola italiana ed europea. Ma anche
la promessa che la spending review non porterà tagli alla ricerca.
Così il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, ha riassunto
ieri le «linee guida» del piano di Viale Trastevere per scuola e
università nel corso di un forum live con l'Ansa, spiegando che «il
dibattito è molto vivace perché abbiamo toccato temi nevralgici,
primo fra tutti l'assorbimento del precariato storico e la carriera
dei docenti legata al merito» e assicurando che«i cardini del
progetto di riforma sono quelli e quelli restano, anche se
certamente ci sono aspetti migliorabili».
Sul punto Giannini ha spiegato che «l'attuale suddivisione del
precariato ha impedito la certezza della programmazione e anche di
poter avere una assunzione regolare e a ciclo continuo, e invece si
è sopperito a queste mancanze facendo tirocini attivi», mentre
«sbloccare le graduatorie significa poter bandire già un concorso
quest'anno» e «per le supplenze brevi si attingerà a chi è rimasto
fuori in questa prima battuta».
Ma il sostegno all'internazionalizzazione arriverà anche dalla
proposta Miur di un Erasmus esteso a tutti gli studenti: «Porteremo
sul tavolo del Consiglio europeo per l'educazione e la gioventù in
programma per dicembre - ha annunciato la titolare dell'Istruzione -
il piano per un Erasmus curriculare. Noi cominciamo quest'anno: quel
quinto che rimane dallo scorporo per la ricerca vorrei incanalarlo
verso le università che meglio favoriscono la mobilità degli
studenti durante il corso di studi». Questo anche perché «oggi
l'esperienza Erasmus - ha aggiunto - riguarda il 9% degli studenti e
coinvolge meno dell'1% delle imprese Giannini ha infine scongiurato il rischio che ci siano, spiegando però che «è in atto una razionalizzazione delle spese: un miliardo e 700 milioni sono dedicati alla ricerca non universitaria in Italia, ma una parte importante è veicolato per capitoli che non sono la vera e propria ricerca», mentre sul fronte dei test di accesso a Medicina ha detto che «rimane il numero programmato, ma bisognerà variare la modalità di selezione e valutazione degli aspiranti iscritti, come accade per esempio con il metodo francese, che prevede un anno comune alle discipline di settore con poi una dura selezione» . |