Sperimentazione superiori 4 anni,
il Miur farà ricorso contro la sentenza del Tar

Alessandro Giuliani, La Tecnica della Scuola 17.9.2014

Da Viale Trastevere fanno sapere che la mancanza del parere del Cnpi, rilevata dai giudici, può essere evitata col decreto legge 90 del 2014: in attesa della ricostituzione dell'organo collegiale nazionale, il parere non è dovuto. Per il Minstero, inoltre, il dPR 275 del 1999 prevede la possibilità per le scuole di attivare progetti innovativi che incidono anche sulla durata degli ordinamenti.

Il Ministero dell’Istruzione farà ricorso contro la sentenza del Tar del Lazio sui percorsi quadriennali della scuola superiore. E nel frattempo, i percorsi sperimentali avviati andranno avanti. A fornire la notizia è nella serata del 17 settembre l’agenzia di stampa Ansa.

“La sentenza in questione contesta la mancanza del parere del Cnpi (Consiglio nazionale di pubblica istruzione), ma in questo momento - fanno sapere dal ministero - il parere può essere evitato in base al decreto legge 90 del 2014: in attesa della ricostituzione dell'organo collegiale nazionale, il parere non è dovuto. Il dPR 275 del 1999 prevede la possibilità per le scuole di attivare progetti innovativi che incidono anche sulla durata degli ordinamenti. Si tratta, quindi, di percorsi sperimentali, che di per sé si diversificano da quelli ordinari e pertanto - a parere del Ministero, non si giustifica una disparità di trattamento”.

Nel corso della giornata erano giunti commenti positivi, di stampo sindacale: a quello trionfante della Flc-Cgil, ha fatto seguito un altrettanto soddisfatto comunicato Anief: la volontà di cancellare un anno di scuola, sostiene il sindacato autonomo, non contiene infatti alcun “presupposto pedagogico e didattico, se non la palese volontà di eliminare 40mila posti di lavoro e alleggerire, di conseguenza, la spesa pubblica a danno dell’utenza scolastica”.

Secondo l’Anief la riduzione dell’offerta formativa e del tempo scuola non farebbe che acuire il problema degli abbandoni scolastici, con Sicilia, Campania, Calabria e Puglia dove vi sono aree con il 45% di studenti che non arrivano al diploma. “Piuttosto che avventurarsi su percorsi impossibili e poco efficaci nel tentare di ridurre la dispersione scolastica – sostiene il presidente Marcello Pacifico –, il Miur farebbe bene a combattere il crescente fenomeno degli oltre 700mila Neet tra 15 e 25 anni con due ‘mosse’: introducendo l’elevazione dell’obbligo formativo a 18 anni, collegare questa novità, già voluta nel 1999 dall’ex Ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer, con una seria riforma dell’alternanza scuola-lavoro”.