«Chi apre una
scuola, chiude un carcere». Era vero nella Francia dei Miserabili di
Victor Hugo. E lo è ancora in molte aree svantaggiate del nostro
Paese, soprattutto al Sud dove l’assenza di servizi per la prima
infanzia, la mancanza di scuole a tempo pieno, l’inesistenza di
palestre e piscine o luoghi dove studiare musica o svolgere altre
attività ricreative, sul lungo periodo finisce per consegnare i
ragazzi alla strada, facili prede della criminalità organizzata. In
Italia il numero di giovani che lasciano la scuola per la strada (i
cosiddetti «early school leavers» fra i 18 e i 24 anni che si sono
fermati al diploma di terza media) è altissimo: un esercito di 110
mila ragazzi «perduti» dal sistema dell’istruzione italiana. In
termini percentuali si tratta del 17 % dei giovani di questa fascia
d’età (sette punti sopra l’obiettivo europeo del 10 per cento) , con
picchi drammatici al Sud (22,2 per cento in Campania).
Prevenire l’abbandono scolastico fin dalle elementari
Per contrastare
questa emergenza educativa, Save the Children ha avviato da due anni
a Napoli, Scalea e Crotone il progetto «Fuoriclasse» che ha
coinvolto 1.300 studenti di 62 classi e 9 scuole fra elementari e
medie radicate in aree dove il problema dell’abbandono scolastico è
particolarmente acuto. Non certo il primo né l’ultimo dei programmi
sperimentati in questi anni per frenare l’emorragia dei ragazzi da
scuola o per riportarli sui banchi. Semmai ciò che caratterizza
«Fuoriclasse» è il fatto di essersi concentrato più sulla
prevenzione che sulla cura di questa patologia, intervenendo non sul
biennio delle superiori, cioè nel segmento dove più si concentra la
dispersione scolastica (soprattutto negli istituti professionali
dove il fenomeno è più marcato), ma appunto fin dalle elementari.
Perché, come è noto, l’abbandono è solo l’ultima manifestazione di
un disagio che incomincia molto prima, con quelli che nel linguaggio
psicoanalitico si chiamerebbero una serie di «atti mancati»: ritardi
e assenze scolastiche, bassi rendimenti, percorsi di studio
accidentati con bocciature anche ripetute...
I risultati del progetto «Fuoriclasse» di Save the Children nella
valutazione della Fondazione Agnelli
Meno ritardi, meno assenze= migliori risultati scolastici
Proprio da questo
punto di vista la sperimentazione ha dato risultati molto
lusinghieri: ritardi dimezzati, riduzione sensibile dei giorni di
assenza, rinnovato interesse delle famiglie per l’andamento
scolastico dei figli (altro grave fattore di rischio abbandono: dove
i genitori latitano è più facile che i ragazzi mollino la scuola) .
La valutazione d’impatto del progetto è stata affidata a un ente
esterno - la Fondazione Agnelli - e viene presentata oggi a Roma in
un incontro al quale partecipano, fra gli altri, il sottosegretario
all’Istruzione Roberto Reggi, il direttore della Fondazione Agnelli
Andrea Gavosto, il direttore generale di Save The Children Valerio
Neri e il «maestro di strada» ed ex sottosegretario Marco Rossi
Doria che ha reso. Nel caso degli studenti delle medie, la maggiore
regolarità nella frequenza si è tradotta anche in un primo segnale
di miglioramento dei rendimenti scolastici, quantificabile in un
leggero innalzamento (fra il 4 e il 6 per cento) dei voti in
italiano e matematica.
Tre pilastri: i ragazzi, i prof, la famiglia
Quale strategia
ha seguito il programma? «Noi ci siamo basati su tre pilastri: la
collaborazione fra scuola e famiglia, l’integrazione di attività
scolastiche ed extrascolastiche , la partecipazione diretta e il
protagonismo di bambini e adolescenti», dice Valerio Neri.
Concretamente, sul fronte dei ragazzi si sono sperimentate attività
laboratoriali mirate a motivarne l’interesse, ma anche
collaborazioni «peer to peer», da pari a pari (chi riesce meglio
aiuta e consiglia i compagni in difficoltà), attività pomeridiane di
sostegno e recupero, campus estivi dove imparare giocando il
rispetto delle regole. Inoltre si è cercato di coinvolgere
maggiormente le famiglie attraverso attività e incontri e di
promuovere una didattica innovativa rispetto alla formula esausta
della lezione ex cathedra.
Buoni risultati a un costo ridotto
Il progetto messo
a punto da Save the Children insieme alla ong anti-mafia Libera, è
stato finanziato da Bulgari e Fondazione Con il Sud. Il costo per
studente? Circa 350 euro l’anno. «Una cifra contenuta rispetto a
quella di analoghi interventi svolti negli anni scorsi - commenta
Andrea Gavosto - . Per questo, non solo per i buoni risultati, ma
anche per la sua sostenibilità economica, crediamo che lo Stato
possa trarre dall’esperienza di “Fuoriclasse” utili indicazioni per
le strategie future».
Ancora troppi
insegnanti nelle scuole italiane. E studenti ancora troppo poco
competenti in matematica soprattutto. Ma tante donne laureate in
ingegneria e un problema allarmante: la dispersione scolastica. Ecco
la fotografia dell’Ocse, Education at Glance 2014.