Carriera “per merito” Lucio Ficara, La Tecnica della Scuola 7.9.2014
Fra gli
insegnanti serpeggia il timore che i dirigenti scolastici possano
avere eccessivo potere decisionale in merito agli aumenti
stipendiali. Per la verità nel testo del documento divulgato dal Governo non c’è nulla che faccia pensare ad un eccessivo peso decisionale dei dirigenti scolastici, ma resta il fatto che questo è il timore che si sta diffondendo nelle scuole e che si può percepire anche nei social network. Sta di fatto che, almeno per ora, mancano risorse economiche aggiuntive rispetto a quelle già esistenti, per cui si tratta di riorganizzare il lavoro dei docenti ridistribuendo le poche miserie economiche che sono rimaste dopo lo sblocco degli scatti di anzianità 2012. E bisogna anche tenere conto che c’è sempre il problema dello sblocco degli scatti di anzianità 2013 che, se attuato, ridurrà ancora di più le economie a disposizione. Senza parlare del blocco contrattuale per l’intero 2015. Si tratta, dunque, di una riforma fatta sulle spalle degli insegnanti che subiscono il ricatto di un aumento dei carichi di lavoro, in cambio di un ipotetico e non ben precisato aumento stipendiale dopo la fine di un triennio. Bisogna sapere che si tratta di una riforma che avrà una tipologia di finanziamento endogeno, nel senso che si svilupperà all’interno dell’attuale sistema scolastico, senza la possibilità di trovare risorse aggiuntive dall’esterno. Quindi è del tutto ovvio che per un insegnante che riuscirà ad ottenere un aumento di stipendio, corrisponderà un altro insegnante della stessa scuola che resterà al palo senza mai scattare, magari anche fino alla pensione. C’è chi pensa persino che per accedere ai crediti formativi e professionali sarà necessario manifestare la disponibilità a lavorare oltre le canoniche 18 ore di servizio. |