La lettera di Renzi agli iscritti
[Chi sono i "custodi"? Forse il personale
ATA? Ma Renzi sa di che sta parlando? W.M.]
la Repubblica,
20.9.2014
Carissime democratiche, carissimi
democratici,
mentre volgono al termine le tante Feste
dell'Unità svoltesi in tutta Italia, invio questa email innanzitutto
per ringraziarvi dell'impegno sul territorio, della passione, della
dedizione con cui state aiutando il PD in queste ore così delicate.
Già, perché il risultato del 25 maggio
- con quello squillante 40,8% - impone a tutti noi di essere
all'altezza di una grande responsabilità: ridare fiducia all'Italia
e agli italiani. Tocca a noi, nessuno si senta escluso.
L'Italia sta cambiando molto. Dalle
riforme istituzionali e costituzionali fino alla giustizia, passando
per il terzo settore e la politica estera, dove il successo della
nomina di Federica Mogherini costituisce un motivo di orgoglio e
speranza per ciascuno di noi. In questi mesi stiamo lavorando
moltissimo. E ormai siamo al momento finale di discussioni che pure
erano state bloccate per anni come quella su una legge elettorale in
grado di assicurare un vincitore certo o la riforma costituzionale
che sono già alla seconda lettura e che dovranno essere affrontate
senza indugio dal parlamento in queste settimane. Perché se la
politica cambia se stessa e dà il buon esempio, poi, tutto è più
semplice.
Tra le prossime sfide segnalo in modo
particolare:
La scuola.
Perché solo dando valore e dignità all'impegno
degli insegnanti e alle aspettative delle famiglie riusciremo a
risollevare l'Italia. Qui trovate il link del progetto del Governo.
Vi prego di leggerlo, di discuterlo nei circoli, a scuola, in
ufficio. La riforma della scuola non può essere la solita legge
calata dall'alto. Abbiamo due mesi per discuterne ovunque, non
perdiamo questa occasione. Coinvolgendo mamme e figli, prof e
custodi, nonni e assessori.
Il lavoro. Il 29
settembre presenterò in direzione nazionale il JobsAct. Dobbiamo
attirare nuovi investimenti, perché senza nuovi investimenti non ci
saranno posti di lavoro e aumenteranno i disoccupati. Ma dobbiamo
anche cambiare un sistema ingiusto che divide i cittadini in persone
di serie A e di serie B e umilia i precari. Chi oggi difende il
sistema vigente difende un modello di diseguaglianze dove i diritti
dipendono dalla provenienza o dall'età. Noi vogliamo difendere i
diritti di chi non ha diritti. Quelli di cui nessuno si è occupato
fino ad oggi.
Il fisco. Abbiamo
iniziato a ridurre la pressione fiscale restituendo 80 euro a undici
milioni di italiani e diminuendo l'odiosa Irap del 10% per le
aziende perché ancora oggi in Italia il costo del lavoro è troppo
alto. Per colpa mia, peraltro, non siamo riusciti a comunicare bene
il taglio del 10% dell'Irap che è già avvenuto, ma di cui non parla
nessuno. Il fisco deve essere meno caro, certo. Ma anche più
semplice. Per questo nell'ambito del programma dei mille giorni,
partendo già dal prossimo anno, introdurremo innanzitutto la
dichiarazione dei redditi precompilata.
Bloccare l'emorragia dei posti di lavoro e tornare a crescere,
semplificare il fisco pagando meno (ma pagando tutti, finalmente!)
e, prima di tutto, investire sull'educazione e sulla scuola: questa
è la nostra sfida. Ci hanno detto che siamo di destra per questo. Ci
hanno paragonato ai leader della destra liberista anglosassone degli
anni Ottanta.
A me hanno insegnato che essere di sinistra significa combattere
un'ingiustizia, non conservarla. Davanti a un problema c'è chi trova
soluzioni provando a cambiare e chi organizza convegni lasciando le
cose come sono. Anche nel nostro partito c'è chi vuole cogliere la
palla al balzo per tornare agli scontri ideologici e magari
riportare il PD del 25%. Noi no.
Noi siamo qui per cambiare l'Italia e non
accetteremo mai di fare le foglie di fico alla vecchia guardia che a
volte ritorna. O almeno ci prova.
Sul sito trovate l'indicazione della nuova segreteria. Chi può ci
dia una mano, partendo dalle iniziative per le imminenti regionali e
per le forme di autofinanziamento. Abbiamo la grande occasione di
cambiare il paese più bello del mondo: Aiutiamoci a farlo sul serio.