Ajello (Invalsi): di Eugenio Bruno, Il Sole 24 Ore 17.9.2014 Nelle linee guida il governo ha annunciato una rivoluzione sulla valutazione delle scuole. Ogni istituto l'anno prossimo dovrà autovalutarsi e pubblicare i risultati su internet. Anna Maria Ajello, presidente dell'Invalsi, che cosa ne pensa?
Si tratta di un processo importante che mira ad attivare nelle
scuole la riflessione sul proprio operato per individuare punti di
forza e punti di debolezza. La pubblicazione del documento è
l'aspetto più dibattuto ma è anche quello che dovrebbe sollecitare
un modo nuovo di considerare la valutazione come "rendere conto" e
non come mero controllo. Le scuole infatti possono aggiungere nel
documento di autovalutazione note e altre indicazioni che ritengono
necessarie.
L'Invalsi ha fornito al ministero dell'Istruzione, Università e
Ricerca i risultati di alcune vaste sperimentazioni condotte
sull'autovalutazione e ora spetta al ministero prendere le decisioni
ed emanare gli atti formali. Secondo le norme sul Sistema nazionale
di valutazione, l'Invalsi è chiamato a coordinare l'intero processo,
che vedrà tuttavia il coinvolgimento dell'Indire e di altri
interlocutori scelti dalle scuole (università, associazioni
culturali e professionali) per realizzare il miglioramento che è
stato individuato dalla scuola stessa come necessario.
C'è un documento che chiamiamo Rav (rapporto di autovalutazione) che
contiene undici indicatori che sono suggeriti alle scuole per
avviare la riflessione e stendere il proprio rapporto di
autovalutazione, ma ripeto, questi possono essere integrati da altri
elementi che le scuole ritengono importanti nel proprio contest.
L'Invalsi è in attesa di una dotazione finanziaria stabile,
necessaria per il funzionamento ordinario dell'Istituto, che è già
stata definita e che dovrebbe trovare attuazione in tempi rapidi.
Per quanto riguarda le strutture, l'Invalsi si avvarrà anche di
appositi esperti che rientreranno in un albo. Va anche ricordato che
l'intero processo ha avuto forme di sperimentazioni diverse in
ricerche che hanno ricevuto finanziamenti europei per questo scopo. Queste sono scelte politiche che competono ad altri. Per quanto riguarda la formazione professionale, l'Invalsi ha avviato sperimentazioni affinché le prove in un futuro possano tenere meglio conto della specificità di questo indirizzo. Ma, ripeto, non è l'Invalsi che decide. Come si sa è un organismo tecnico che offre indicazioni solo su questo piano. |