Ma le scuole sapranno autovalutarsi? Alessandro Giuliani, La Tecnica della Scuola 26.9.2014
A colloquio con Lucrezia Stellacci,
ex Capo Dipartimento Miur, poi direttore Invalsi, oggi consigliere
del sottosegretario D'Onghia: le sperimentazioni ci dicono che non
sempre gli istituti sono all’altezza. Bisogna attrezzarsi: già
quest’anno i presidi individueranno i referenti d'istituto per
fargli frequentare i corsi di formazione. Ma servirebbero anche
poderosi finanziamenti e un vasto corpo ispettivo. Va poi affinata
la valutazione esterna, col coinvolgimento di dirigenti tecnici ed
esperti (docenti?). Sul nuovo reclutamento: era già tutto scritto
nel DM 249/2010.
Ne abbiamo parlato con Lucrezia
Stellacci, ex Capo Dipartimento del Miur, poi direttore Invalsi fino
allo scorso 31 maggio ed oggi consigliere del sottosegretario sen.
Angela D'Onghia presso il ministero dell'Istruzione.
C'è ancora molto da fare. Le scuole
dovranno individuare i referenti d'istituto, che dovrebbero
frequentare corsi di formazione programmati dal ministero
dell'Istruzione. Ma i dirigenti scolastici dovranno anche
preoccuparsi di costituire un gruppo di lavoro, incaricato di
compiere un’autoanalisi dei punti di forza e di criticità risultanti
oltre che dalle informazioni già conosciute dalla scuola anche da
quelle che perverranno alla scuola attraverso una piattaforma
operativa predisposta dai Servizi informativi del Miur. I risultati
di tale autoanalisi guidata da indicatori e griglie predisposti
dall’Invalsi, confluiranno in un rapporto di autovalutazione che
dovrà contenere anche la proposta dei primi interventi di
miglioramento.
Che le scuole da sole non sempre sono
in grado di assolvere questo compito molto complesso; la percentuale
di istituti in grado di autovalutarsi in modo soddisfacente
purtroppo non è stata alta. Per sostenere le scuole in questa nuova
sfida, occorre un sistema che funzioni, con poderosi finanziamenti
ed un corpo ispettivo quantitativamente adeguato e preparato.
Si sta attrezzando. Certo, lo stato
di precarizzazione di tanti dipendenti dell'Istituto non aiuta.
Anche in questo caso, c'è ancora
molto da fare. Al momento al Ministero sono operativi solo poche
decine di ispettori: i 57 assunti, su 200 posti messi a bando in
occasione dell'ultimo concorso, non hanno cambiato di molto la
situazione. Poi, non dimentichiamoci che la valutazione esterna
delle scuole che segue la fase di autovalutazione è per dettato
normativo affidata a nuclei di valutazione costituiti da dirigenti
tecnici con funzioni di coordinamento e da almeno due esperti che
potrebbero essere anche docenti specializzati nella materia.
Inoltre, nella fase del miglioramento si prevede il coinvolgimento
dell'Indire e di altri ‘attori’, come le università ed associazioni
di settore. Come vede, il contesto è decisamente complesso e va
saggiamente coordinato.
In realtà è stato ripreso quasi
integralmente il modello indicato nel Decreto ministeriale 249 del
2010. L'unica differenza è l'accorpamento del tirocinio nell'ultimo
anno del biennio di specializzazione: una decisione peraltro
condivisibile, per rendere più rapido e compatto il percorso di
formazione iniziale di un insegnante. Sì, ma con una modifica sulla data dello sbarramento. Per i futuri maestri, la selezione si attua all'inizio del percorso universitario. Per gli altri docenti, invece, si sta lavorando alla selezione intermedia, da realizzare tra i candidati che vogliano accedere ai corsi di laurea magistrale nelle diverse discipline di insegnamento. Rimane sempre da capire che fine faranno quei giovani ammessi al biennio specializzante ma che non riusciranno a superarlo o che dopo averlo concluso si accorgano di non avere più la vocazione dell’insegnante: con l’ex ministro Profumo abbiamo cercato soluzioni che non penalizzassero gli studenti, ma non abbiamo avuto il tempo di modificare il decreto 249. |