il piano del governo

«Giro di poltrone» ai vertici del Miur
Arrivano anche i direttori regionali

Lunedì l’incontro con il ministro Giannini. La dirigente: «Una vision nuova
e risparmi per milioni di euro». La Cgil: «Nessun progetto organizzativo»

di Antonella De Gregorio, Il Corriere della Sera scuola 8.9.2014

Tagli e conservazione. Questo il tratto usato per abbozzare il nuovo organigramma, ai vertici del ministero dell’Istruzione. Dopo giorni di attesa e di incertezza, per le tante poltrone vuote, dal centro alla periferia, il ministro Giannini ha finalmente incontrato, lunedì, i nuovi direttori generali del Miur, i cui provvedimenti di nomina sono ora in corso di perfezionamento.

Verso la riforma

Dopo il terremoto di fine luglio, che aveva azzerato tutte le cariche dirigenziali più importanti del ministero, la macchina organizzativa chiamata a marciare verso un’«epocale» riforma della scuola, era arrivata al suono della campanella praticamente acefala. Vuote le caselle dei direttori generali, vacanti le poltrone dei direttori degli uffici scolastici regionali: decisamente qualcosa in più rispetto alle scontate «cattedre senza titolare di ogni avvio di anno scolastico. Adesso, i nomi ci sono: il cambio ai vertici è avviato. Poche le sorprese: anzitutto la prevista riduzione da dodici a nove delle Direzioni generali centrali, articolazioni dei Dipartimenti che fanno capo al ministro. E il taglio di 4 Uffici scolastici regionali, «quelli delle Regioni con popolazione studentesca più piccola», che - precisano al ministero - continuano ad avere un dirigente di seconda fascia responsabile. La somma dell’operazione fa un risparmio di «oltre un milione di euro sugli stipendi dei dirigenti e di 35milioni di euro» sui costi del personale del ministero - spiega Sabrina Bono, capo del Dipartimento per la programmazione e la gestione della risorse umane, finanziarie e strumentali del Miur. «Siamo andati oltre i tagli previsti per la Funzione Pubblica, che dovevano essere del 20% per i dirigenti e del 10% per il personale: noi siamo arrivati al 23 e al 15%»,- prosegue.

Al Miur

Quanto ai nomi, qualche conferma e alcune promozioni: nel complesso, la struttura di vertice del Miur cambia poco. Quello che il ministro si augura - e lo ha detto in occasione dell’incontro con i nuovi vertici del suo dicastero - è «un lavoro coeso», anche e soprattutto «in vista della riforma». Ha chiesto ai suoi uomini e alle sue donne «azioni rapide, efficienza, velocità», con l’obiettivo di rendere quella dell’Istruzione «un esempio anche per le altre amministrazioni». I nomi: Giovanna Boda, Maria Maddalena Novelli e Carmela Palumbo, occupano le posizioni di vertice del Dipartimento per il sistema educativo di Istruzione Formazione.

Daniele Livon e Mario Alì, al Dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca, dove arriva anche Vincenzo Di Felice, promosso alla Direzione generale per il coordinamento, la promozione e la valorizzazione della ricerca.

Al Dipartimento per la Programmazione e la Gestione delle Risorse Umane, Finanziarie e Strumentali - quello diretto da Sabrina Bono - Marco Ugo Filisetti è Direttore generale per i contratti, gli acquisti e per i sistemi informativi e la statistica. New entry, due «giovani»: Jacopo Greco, promosso Direttore generale per le risorse umane e finanziarie; e Simona Montesarchio, che da vice capo gabinetto passa ad occuparsi di un capitolo attuale e delicato come gli interventi in materia di edilizia scolastica, la gestione dei fondi strutturali per l’istruzione e per l’innovazione digitale. «Si inaugura una nuova stagione, caratterizzata da una vision più attuale e che meglio risponde alle necessità del mondo della scuola», dice Bono.

«Nessuna novità»

«Nessun elemento di novità - commenta invece Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil -. È solo un rimescolamento di carte: qualche spostamento, qualche dovuto taglio. Quello che vorremmo capire è quale progetto organizzativo ci sia, dietro queste nomine».

Uffici Regionali

Intanto, il ministro incontrerà martedì anche i nuovi Direttori degli Uffici Scolastici Regionali, individuati «al fotofinish». Ecco l’elenco: in Abruzzo è stato confermato «provveditore» Ernesto Pellecchia; in Calabria arriva Diego Bouchè, alla guida dell’Usr Campania dal 2011; mentre al vertice dell’Ufficio scolastico regionale campano arriva Luisa Franzese, direttore dell’ex provveditorato di Napoli; in Emilia Romagna, Stefano Versari, già vice direttore. Nel Lazio la poltrona sarà occupata da Gildo De Angelis, dirigente vicario, in passato direttore del personale di Viale Trastevere; in Liguria, Rosaria Pagano. Manca invece ancora il tassello della Lombardia, dove si deve ancora trovare un sostituto per Francesco De Sanctis, in pensione dal 31 luglio («Ma la data ultima per la presentazione delle candidature è il 9 settembre», spiega Luciana Volta, la dirigente vicaria, di ruolo già dal 2000, ma con incarichi da vicario dal 2010). E ancora: nelle Marche, Maria Letizia Melina, che ha ricoperto incarichi da direttore di dipartimento per la Digitalizzazione della p.a.; in Piemonte, Fabrizio Manca; all’Usr Puglia, la conferma di Franco Inglese; in Toscana Rosa De Pasquale, avvocato, docente in numerosi corsi di formazione per dirigenti scolastici e operatori del mondo della scuola, componente (Pd) della Commissione Cultura alla Camera; in Sardegna Francesco Feliziani (già vicedirettore); in Sicilia la conferma di Maria Luisa Altomonte; e in Veneto l’ufficializzazione della nomina di Daniela Beltrame, classe 1959. Laurea in Giurisprudenza a Trieste, Beltrame aveva lasciato in estate l’Usr del Friuli Venezia Giulia (una delle regioni che perde il dirigente di primo livello) per guidare l’ufficio centrale veneto che aveva già diretto in reggenza per un anno dopo il trasferimento a Roma di Carmela Palumbo, a fine 2010. Insomma, se in Lombardia la dirigente sarà una donna, la previsione delle pari opportunità sarà pienamente rispettata.