Il "furbone Renzi" e le riforme di contrabbando inviato da Vincenzo Pascuzzi, 4.9.2014
L’aspetto geniale, strategico e insieme madornale, dell’operazione
riforma non-riforma di Renzi consiste nell’aver ignorato del tutto o
dribblato il suo stesso Governo, il suo stesso Consiglio dei
Ministri presentando direttamente on-line le sue proposte. siamo in
presenza di una riforma promessa solo verbalmente, senza nessun
documento scritto e controfirmato, senza nessun impegno o garanzia a
supporto!
Da notare poi il titolo a mo’ di slogan pubblicitario: “La buona
scuola”, un titolo “pieno di buonismo perfidino” e “che sottintende
una cattiva scuola da cui prendere le distanze”, mentre in realtà
“La nostra non è una cattiva scuola. È una scuola senza risorse”
(2). Innanzi tutto mancano le risorse economiche, tanto che: “i prof si pagano il costo della riforma da soli” (3). Forse Renzi e Giannini vogliono prima trattenere le risorse degli scatti di anzianità e solo successivamente destinarne una parte (neanche tutte) al mitizzato merito e ci vorrà del tempo. In quanto è tutto da inventare, non ci sono indicazioni su come rilevare o misurare il merito, ma di sicuro sarà operazione complessa, non facile, controversa, implicherà maggiore burocrazia, gerarchia, arbitrarietà, attriti, errori e contenzioso (4). Altro aspetto rilevante e preoccupante: risulta accantonato, cancellato o sotterrato il programma elettorale Pd sulla scuola del 2013 che puntava a destinare alla scuola - allineandosi alla media Ue - il 6% di Pil, a raddoppiare il numero dei laureati e a dimezzare la dispersione scolastica entro il 2020 (5) (6) (7). Renzi si è invece ispirato ad Aprea e Gelmini.
Nulla viene concretamente previsto su: l’affollamento delle classi,
il contributo volontario-obbligatorio, il materiale di normale
consumo per i servizi igienici e la didattica (dalla carta igienica
ai pennarelli), le attività di recupero.
Per il momento, restano fuori riforma i maggiori (e incostituzionali) contributi alle scuole private cattoliche, che stanno molto a cuore alla Cei, probabilmente verranno recuperati in corso d’opera, se davvero questa verrà avviata. Ci sono poi due mesi di una discussione in rete, che vorrebbe scavalcare il Parlamento e che verrà opportunamente pilotata e gestita dai moderatori, in modo da approvare a larga maggioranza (80% ?) la proposta renziana. Poi Governo e Parlamento dovranno accodarsi, salvo imprevisti. I sindacatoni (Cgil e c.) risultano in apparenza spiazzati e si stanno acconciando a gestire e recitare la parte loro assegnata: fare da spalla al governo e al Miur, abbaiare un po’, guaire, ma non mordere, poi accontentarsi. Bisogna capirli, da tempo sono nell’angolo, senza alternative, senza coraggio. Già si riscontrano loro dichiarazioni di buona volontà, disponibilità e accondiscendenza. È già accaduto in passato (2008), probabile che accada di nuovo ora. Infine va osservato che il documento sulla riforma non-riforma non fa altro che codificare e ufficializzare – in un certo senso – comportamenti non ortodossi ma già praticati e sperimentati, che possono essere indicati come “riforme di contrabbando” già ben descritti e denunciati: “Così si fanno le riforme in questo paese, come ho scritto nell'articolo: si lanciano “ballon d'essai”, si lascia che i fessi si sfoghino a protestare e a dibattere, ignorandoli con occhio sornione, poi si torna alla carica per indottrinare – indottrinare, non discutere. Infine, si fa un altro passo avanti di fatto, e poi un altro, e un altro ancora. Fino a che ci si trova di fronte a una realtà cambiata in modo irreversibile e tutta la discussione è stata una logomachia riservata ai fessi. Quali siamo. Ci vorrebbe una vigorosa protesta di massa. Ma ormai tutti sono esausti… “ (8) (9).
Non resta che confidare o sperare in un risveglio e in una presa di
coscienza della categoria dei docenti ingannata ormai da troppo
tempo e in una conseguente reazione diffusa.
2) Non solo soldi per i professori 3) Statali e professori, ecco chi paga il conto 4) Rinunciare agli scatti sarebbe un salto nel buio 6) L'Italia giusta. Dove il futuro si prepara a Scuola 7) "Raddoppiare numero laureati e dimezzare dispersione scolastica" 8) Attualità dell'intervento appena fatto sul liceo classico (e dei precedenti) 9) Il liceo classico non è morto, ecco perché |