Allarme scuola da "Save the Children": Nel 2013 la dispersione scolastica ha riguardato il 17%, con punte del 19 al Sud e un picco del 22 in Campania. Eppure le strategie di contrasto possono essere vincenti la Repubblica scuola 12.9.2014 Un esercito di ragazzi abbandona la scuola ogni anno. La denuncia arriva da Save the Children, che ha diffuso i nuovi dati sulla dispersione scolastica: nel 2013 sono stati 110mila gli studenti che si sono fermati alla terza media e che sono fuori da qualsiasi altro percorso formativo, con una percentuale del 19,4 per cento al Sud Italia, e un picco del 22,2 per cento in Campania. La media nazionale si attesta al 17 per cento: un dato che supera di 7 punti l'obiettivo Ue del 10 per cento. Ma il disagio e l'abbandono scolastico si possono battere, come dimostrano i risultati del programma "Fuoriclasse" per il contrasto alla dispersione scolastica di Save the Children, avviato nel 2012 a Napoli, Scalea e Crotone, in collaborazione con "Libera". Un progetto che ha coinvolto 750 studenti (tra elementari e medie). La Fondazione Giovanni Agnelli ha confrontato i risultati ottenuti dagli alunni coinvolti nelle attivitā di "Fuoriclasse" (laboratori e supporto allo studio) con quelli di compagni appartenenti a scuole non partecipanti: il risultato č che in due anni i ritardi dei ragazzi coinvolti nel progetto sono quasi dimezzati. Ed č invece aumentata la frequenza: gli alunni delle scuole medie hanno ridotto di 11 giorni il numero di assenze all'anno. La maggiore regolaritā, poi, ha iniziato a dare i primi frutti anche in termini di rendimento scolastico: i voti sono migliorati fino al 6 per cento. Ma i dati sulla dispersione - sebbene in lieve diminuzione rispetto agli ultimi anni - restano allarmanti. "Alla base di questa situazione critica, che vede l'Italia agli ultimi posti nella classifica europea - ha spiegato Raffaela Milano, direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children - c'č una condizione diffusa di 'povertā educativā che affligge tutto il Paese e in modo particolarmente acuto le regioni del Sud: servizi per la prima infanzia quasi inesistenti, poche scuole a tempo pieno, nessuna opportunitā sul territorio di sport, di musica e di altre attivitā creative, pervasivitā delle reti criminali e di sfruttamento lavorativo pronte ad arruolare i pių giovani". "Il drammatico aumento delle famiglie in povertā ha portato anche alla riduzione della disponibilitā di spesa per l'educazione, tanto che oggi moltissimi bambini, all'inizio dell'anno scolastico, sono alle prese con il problema di non poter comprare il materiale necessario o di non potersi iscrivere alla mensa. E tutto questo incide sui fallimenti formativi". |