Arriva l'ennesima rilevazione: Reginaldo Palermo, La Tecnica della Scuola 6.9.2014
Secondo quanto
si legge nel "Piano Renzi" dovrebbe servire per realizzare un "Albo"
nazionale con i dati professionali di tutto il personale della
scuola. Più banalmente, servirà, come accaduto spesso in passato, a
dare lavoro a qualche azienda fornitrice di servizi informatici. Questa volta dovrebbe servire per istituire una sorta di albo nazionale al quale i dirigenti dovrebbero accedere per selezionare insegnanti adatti alle proprie scuole. Forse ci sbaglieremo ma francamente le esperienze passate non sono state entusiasmanti. Negli ultimi 20 anni l’Amministrazione Scolastica ha condotto non meno di 3-4 monitoraggi analoghi sempre con l’intento di poter disporre di una base dati da utilizzare in situazioni diverse. In realtà non risulta che i dati siano mai serviti a qualcosa di concreto. Il sospetto è che anche questa volta accada come in passato: un bella indagine a tappeto in tutte le scuole italiane per costringere insegnanti e segreterie a inserire decine e decine di dati più o meno utili; in passato erano stati richiesti anche dati difficili da reperire, come per esempio la posizione in graduatoria nel concorso con cui si era entrati in ruolo, magari 20 anni prima, il numero preciso di giorni di supplenza svolti prima di entrare in ruolo o gli anni scolastici in cui si era svolto l’incarico di fiduciario di sede, e così via… Dati, appunto, mai utilizzati e ormai smarritisi nei “cervellone elettronico” di qualche ministero (Istruzione, Funzione Pubblica? ..). Un fatto è certo: le indagini sono sempre servite a far lavorare qualche azienda fornitrice di servizi informatici che, dietro compensi più o meno lauti, hanno messo in piedi piattaforme e programmi di elaborazione dei dati (negli anni ’90 quando le procedure on-line erano ancora di là da venire, i dati venivano addirittura inseriti manualmente o avvalendosi di lettori ottici, impegnando risorse umane e finanziarie che avrebbero potuto essere assai meglio utilizzate). Vedremo se questa volta le cose andranno diversamente. Noi, francamente, nutriamo forti dubbi. |