Coraggiosa e incredibilmente ottimista di Raffaele Iosa, ScuolaOggi 4.9.2014 La mia impressione, dopo lettura emotivamente intensa di tutte le 136 pagine di "Buona scuola" è: proposta coraggiosa e incredibile per ottimismo! Il titolo, poi, riprende quello di un bel libro del mio caro amico Aladino Tognon (guarda caso un inguaribile ottimista). C’è del nuovo, almeno nei titoli.
In un paese pessimista e cinico, che ha stritolato la scuola da 15 anni con derive confuse di senso e organizzazione, c'è nella "Buona scuola" renziana una visione e una missione non fintadella politica, al di là del giudizio privato di ognuno. Un testo anche sorprendente per le parole. Scompaiono le strambe doppiezze del passato, come efficacia/efficienza e conoscenze/competenze, mentre parole come didattica e pedagogia sono diffuse qua e là nel testo, al posto giusto per di più. Fine del precariato in un anno e poi solo concorsi ordinari, organico funzionale, crediti professionali per la carriera, valutazione d’aiuto alle scuole,formazione obbligatoria (finalmente!), mobilità professionale e non più impiegatizia saranno le questioni su cui sicuramente si accanirà il dibattito, pasteggeranno i mass media e si sbraneranno i sindacati, a rischio marginalità. Vi sarà, ovviamente, il solito chiacchiericcio se Renzi ci fa o ci è (per via dei soldi che non ci sono, della mania di annunciare, del ben-altrismo tipico, di D’Alema invidioso, della mancanza del “sano realismo” bersaniano che ci ha portato alle elezioni del 2013). Non è detto che Renzi duri 1.000 giorni, né che riesca a vincere politicamente, ma sarebbe un errore se, presi dal disincanto, non si riflettesse seriamente sul “cuore culturale e politico” della proposta e non si vedesse che al centro di tutto il documento non c'è la solita questione degli insegnanti, ma l'impegno a realizzare davvero...l'autonomia didattica e professionale come sfida (ottimistica ma strategica) del futuro della scuola. Una scuola che ha bisogno di vera autonomia didattica e organizzativa, quell'autonomia che fa diventare gli insegnanti una comunità professionale riflessiva e partecipativa e non una sommatoria di cattedre, e il territorio capace di cooperare per un governo (ottimista) dal basso della formazione. Autonomia per i ragazzi soprattutto, per una scuola neo-attivistica perché l’autonomia è anche la mission educativa per i nostri ragazzi: creatività, senso critico, teoria e pratica, socialità. Si veda, ad esempio, la proposta Renzi sui curricoli, che fa invecchiare in un attimo le Indicazioni Nazionali attuali, aggrappate al disciplinismo della quantità costruttivista, espresso con confuse parole recitate a mò di un mantra buddista, quali ad esempio "le competenze". Ovviamente vedo anche nodi critici o che non condivido del tutto, ma sono dettagli. Ci sono, ad esempio, troppi inglesismi barocchi (e non è solo forma). C'è troppa apologia della lingua straniera, nascondendo il fatto che i ragazzi oggi stanno perdendo il rapporto semantico tra linguaggio e pensiero qualsiasi lingua parlino! Afasici o logorroici in italiano e afasici/logorroici in inglese che differenza fa? C'è la mania dell' "obesità" come mito e da qui più ore di sport, ma pazienza: è un antico problema della mia stazza. Sulla disabilità vedo il perpetuarsi di una questione di posti e non di funzioni, mentre credo sia ora di andare "oltre" il posto di sostegno (sono d'accordo con Ianes), ma sono lieto che la questione BES sia rimasta in ombra come sigla casuale. Noto con piacere che tutti i temi della "differenza" sono questa volta posti come “positiva resilienza per i ragazzi” e non dentro la solita nicchia di specialismi separativi. Poi mancano alcune cose, tra cui in primis il riordino dei cicli, ma capisco che sarebbe stato troppo anche per Renzi (nonostante il suo ottimismo). Intanto per fortuna la scuola dell'infanzia ha evitato il rischio precocistico di elementarizzarsi! Manca inoltre una visione "mediativa" dei conflitti scolastici che sostituisca l'imperversare degli avvocati e dei tribunali sul fare pedagogico della scuola, manca di conseguenza una visione di quale MIUR tenersi, anche se qua e là vi sono idee per un suo augurabile ridimensionamento. Le varie proposte della "Buona scuola" di Renzi se diventate leggi faranno tremare i polsi per la loro gestione, cui questo MIUR non è certo né pronto né adatto, dalla testa alle ramificazioni locali. Ci vuole un grande ottimismo verso l’attuale amministrazione scolastica a pensare solo alla "regolarizzazione documentale" dei 148.00 precari da svolgere entro settembre 2015 per l'immissione in ruolo! A meno che non cambi verso anche il MIUR! Complessivamente, quindi, un programma coraggioso e ottimista sul cambiamento della scuola per i prossimi 997 giorni, e comunque una base vera di discussione, ampia e complessa, che mi auguro apra da oggi discorsi di merito più che di forma, o di demagogico pregiudizio, o di rassegnato cinismo. Ammetto a me stesso che non avevo un’impressione positiva delle “consultazioni” dopo quella frettolosa del PD sulla scuola della primavera scorsa, e dopo quella ammosciata sulla Pubblica Amministrazione, fatta più di contorni para-sindacali che di ridefinizioni vere di compiti e poteri. Questo documento sulla scuola, invece, a me pare di ben altra stoffa, dura e spessa. Mi auguro un dibattito franco, capace di confronto sui veri nodi della scuola, che non sono gli insegnanti ma... i nostri bambini e ragazzi. Spero, ovviamente, che l'iter politico per una "buona scuola", pur con tutte le vicissitudini di un paese politico diviso e chiassoso, riesca a mantenere gli assi fondamentali di questa proposta, con tutti gli approfondimenti e modifiche che dovremo aspettarci. Ma non buttiamo via il bambino con l'acqua sporca, come temo sempre in Italia accada.
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