Chiamata diretta dei prof, merito e competizione: Alessandro Giuliani, La Tecnica della Scuola 28.9.2014
I temi affrontati dal presidente
della Provincia e assessore all'istruzione, Ugo Rossi, nel corso di
un convegno Anp: dobbiamo migliorare le modalità di reclutamento e
accesso alla professione; è giunta l’ora di valorizzare le
eccellenze, il nostro territorio ha l'imperativo categorico d’essere
competitivo. Largo allo studio delle lingue in una “scuola aperta”.
Tutti concetti ripresi nelle linee guida del Governo: un caso? "In questi mesi - ha detto il presidente rivolgendosi ai tanti dirigenti scolastici presenti - abbiamo cercato di lanciare segnali di speranza verso un settore così decisivo per la formazione delle persone, soprattutto in un periodo di crisi economica come quello che stiamo vivendo. I dati dimostrano che, anche grazie al vostro lavoro, c'è una qualità diffusa nel sistema scolastico trentino, che dobbiamo riconoscere. Si tratta - ha aggiunto - di un cantiere aperto nel quale stiamo lavorando, immettendovi alcune idee positive che servono a migliorare un corpo comunque già sano, senza quindi bisogno di fare una rivoluzione". "Attraverso la stabilizzazione dei docenti - ha detto Ugo Rossi ai presidi - abbiamo dato risposta alle aspettative di stabilità e di continuità didattica del mondo dellascuola, chiedendo nel contempo maggiore flessibilità agli insegnanti. La nuova frontiera sarà quella di intervenire, vedremo come, per migliorare le modalità di reclutamento e di accesso alla professione". È probabile che il presidente della provincia si riferisse al graduale abbandono delle graduatorie e all’introduzione di una sorta di ‘chiamata diretta’ da far effettuare proprio ai presidi. Rossi ha quindi ricordato il tema del merito e della competitività. "Dobbiamo certamente occuparci - ha detto - di chi resta indietro, ma nel contempo valorizzare le eccellenze, perchè un territorio come il nostro, che oggi può contare solo sulle proprie risorse ha l'imperativo categorico di essere competitivo e lascuola su questo può svolgere un ruolo importante". "Un altro grande impegno su cui ci siamo concentrati - ha aggiunto Rossi - è quello relativo all'aspetto linguistico, sul quale abbiamo dirottato un parte delle risorse che ci arrivano dai fondi europei, nella convinzione di quanto sia strategico l'apprendimento delle lingue per i nostri ragazzi. Dovremo anche occuparci di riuscire a riconoscere gli sforzi che molti insegnati hanno già fatto in questa direzione". Il presidente ha quindi ricordato l'impegno della Provincia per migliorare il collegamento fra la scuola e il mondo del lavoro per poi arrivare al tema dellascuola "aperta". "Io credo - ha sottolineato Rossi - che unascuola che opera in una provincia a statuto speciale abbia il dovere di riuscire ad essere con i piedi ben piantati nel territorio in cui vive e nel contempo con lo sguardo rivolto lontano, oltre le nostre montagne. Dobbiamo far comprendere ai ragazzi il valore del nostro territorio, le opportunità che derivano dall'Autonomia, ma anche – ha concluso Rossi - le altrettanto grandi responsabilità a cui dobbiamo far fronte". Vale la pena ricordare che gli allievi trentino risultano, dati Ocse-Pisa alla mano, tra i più preparati in Italia e in linea con le competenze richieste a livello europeo. E che gli auspici del presidente della provincia a statuto speciale sono, in realtà, non molto distanti da quelli più volte indicati dai rappresentanti dell’attuale governo: un reclutamento più moderno, la valorizzazione del merito, lo studio delle lingue e la scuola “aperta”, del resto, sono anche i capisaldi della ‘Buona Scuola’ del duo Renzi-Giannini. |