"Meno alunni per classe e più soldi ai prof" Questi due fattori hanno un impatto dimostrabile sulla qualità dell'istruzione. Secondo la ricerca l'Italia (ma anche la Germania) non spende bene le risorse per l'insegnamento. In Europa i ragazzi finlandesi sono i primi nell'indice Pisa, che registra le competenze dei ragazzi in Letteratura, Matematica e Scienze. Ricerca prende in considerazione i 30 paesi Ocse di Salvo Intravaia, la Repubblica scuola 8.9.2014 Insegnanti meglio pagati e meno alunni per classe. Ecco la ricetta per fare volare l'istruzione italiana. I docenti, alle prese con classi sempre più affollate e stipendi bloccati dal 2009, lo sanno perfettamente. Ma questa volta, il sentire comune di una categoria al centro delle attenzioni di tutti gli ultimi governi, è supportato dai risultati di una autorevole ricerca scientifica condotta da Peter Dolton, professore di Economia presso l'Università del Sussex e ricercatore presso la London School of Economics, Oscar Marcenaro-Gutiérrez professore dell'università di Malaga e Adam Still esperto di Gems Education solutions. I tre esperti si sono posti una semplice domanda: "Quali sistemi di istruzione offrono il miglior rapporto qualità-prezzo?". In altre parole: qual è la nazione che spende meglio i quattrini investiti nel proprio sistema di istruzione? L'Italia, in quasi tutti gli studi internazionali riguardanti l'istruzione, viene relegata in fondo alle classifiche. Ma, soprattutto, piazza i propri quindicenni in posizione non certo lusinghiera nel Pisa, lo studio sulle competenze in Letteratura, Matematica e Scienze dei ragazzi di mezzo mondo. Spendendo tuttavia un mucchio di quattrini: 42 miliardi di euro l'anno. Dolton e i suoi compagni d'avventura hanno scomodato la statistica per incrociare i dati della spesa per l'istruzione di 30 paesi Ocse con le performance nel Pisa dei rispettivi quindicenni. "Ogni anno, migliaia di miliardi di dollari vengono spesi dai governi sui loro sistemi di istruzione - spiega la ricerca - Per i 30 paesi presi in esame sono 2.200 i miliardi spesi ogni anno con l'obiettivo di educare propri figli cercando di far raggiungere loro i più alti standard possibili. Ma alcuni governi usano i bilanci disponibili in modo più efficiente rispetto ad altri". Vediamo come. Sono stati presi in considerazione i risultati nel test Pisa in relazione alle risorse investite da ogni nazione sul proprio sistema educativo stilando una classifica in base all'indice di efficienze messo appunto dai tre esperti. Il nostro Paese spende male le risorse investite nella scuola e si piazza al 23° posto della lista. Ma questa volta tra i 30 paesi oggetto dello studio la Germania è dopo di noi. Il senso di questa classifica è la seguente: il paese della Merkel, in relazione ai soldi investiti nel proprio sistema di istruzione, ha delle performance in lettura, matematica e scienze non proprio soddisfacenti. Con le risorse impiegate si potrebbe ottenere di più del 7° posto nel Pisa. Chi spende meglio i propri soldi sono i finlandesi, primi in Europa e quinti al mondo, per competenze dei quindicenni. Seguiti da Repubblica Ceca e Ungheria che spendono poco ma spendono bene quel poco che investono. Lo studio approfondisce anche le possibili cause del dispendio di risorse nei vari paesi. "La nostra metodologia dimostra che gli stipendi degli insegnanti e le dimensioni delle classi sono gli unici due fattori che, su 63 diversi componenti studiati, hanno un impatto dimostrabile sui risultati dell'istruzione, definiti dai punteggi Pisa. Migliorare uno o entrambi questi ha importanti implicazioni" in termini di benefici-costi. E la scheda di approfondimento stilata per l'Italia suggerisce di intraprendere due strade per aumentare l'efficienza del nostro sistema educativo: aumentare del 10,5 per cento le retribuzioni degli insegnanti e ridurre l'affollamento delle classi di un quarto. Finora, gli "esperti" italiani ci hanno sempre detto che abbiamo troppi insegnanti e che le nostre classi hanno pochi alunni. E i governi si sono affannati a tagliare cattedre e stipendi di maestri e prof e a riempire, anche oltre le norme attuali, le classi di alunni. Ma, stando alla prima statistica ufficiale che prende in esame l'intero mondo complesso della scuola, è tutto il contrario. Il nostro sistema pubblico di istruzione fa fatica a produrre risultati apprezzabili perché i docenti sono pagati poco e perché le classi sono sovraffollate di alunni. Motivo per il quale la dispersione scolastica, specialmente in alcuni ambiti, è alle stelle. |