Prima l'autovalutazione,
poi verifiche esterne nel 10% delle scuole
di Eugenio Bruno,
Il Sole 24 Ore
19.9.2014
Il ministro Stefania Giannini pone la prima pietra per la
costruzione della scuola "di vetro" progettata dal governo con le
linee guida sull'istruzione. Ma la sua edificazione sarà lenta. La
direttiva sul Sistema nazionale di valutazione, che la responsabile
del Miur ha firmato ieri, fissa le tappe di un percorso che giungerà
a compimento solo nell'anno scolastico 2016/2017 quando sul portale
"Scuola in chiaro" ogni istituto dovrà pubblicare il suo primo
rapporto di rendicontazione sociale: un documento sui risultati
raggiunti nell'apprendimento e sulle azioni messe in campo per
migliorarli. Un primo step è previsto già nel luglio 2015 quando
andranno messi online i singoli rapporti di autovalutazione. Regole
- ed è forse una delle novità principali del documento - che
varranno anche per le paritarie.
L'impatto della direttiva
Il testo siglato ieri, che intende dare attuazione al Dpr n. 80 del
2013 ricalca quanto
anticipato mercoledì su Scuola 24 . Tre gli ambiti operativi del
provvedimento: «Le priorità strategiche della valutazione del
Sistema educativo di istruzione e formazione, che costituiscono il
riferimento per le funzioni di coordinamento svolte dall'Invalsi»;
«i criteri generali per assicurare l'autonomia del contingente
ispettivo»; decidere i «criteri generali per la valorizzazione delle
scuole del sistema scolastico nazionale, statali e paritarie, nel
processo di autovalutazione». Avendo come orizzonte il prossimo
triennio. E cioè gli anni scolastici 2014/15, 2015/16 e 2016/17.
L'inizio del percorso
La novità più rilevante rispetto alla direttiva precedente, che
risale al 2012 e porta la firma dell'ex ministro Francesco Profumo,
è forse la scomparsa del termine «sperimentale» che compariva in più
punti. Stavolta si cercherà di mettere finalmente a sistema la
valutazione delle scuole e (come si vedrà più diffusamente in un
altro articolo) dei dirigenti scolastici. Con quattro obiettivi
dichiarati: riduzione della dispersione scolastica e dell'insuccesso
scolastico; riduzione delle differenze tra scuole e aree geografiche
nei livelli di apprendimento degli alunni; rafforzamento delle loro
competenze di base rispetto alla situazione di partenza;
valorizzazione degli esiti a distanza degli studenti con attenzione
all'università e al lavoro. Per riuscirci il primo passaggio sarà
quello dell'autovalutazione. Entro ottobre 2014 l'Invalsi dovrà
fornire agli istituti scolastici gli indicatori e i dati
comparabili, su cui la direttiva non si pronuncia e che dovranno poi
essere alla base dei rapporti di autovalutazione. Attesi online su
"Scuola in chiaro" e sui singoli siti internet, come detto, entro
luglio 2015. Sarà poi l'Istituto nazionale di valutazione,
attualmente guidato da Anna Maria Ajello, a elaborare entro ottobre
2015 un rapporto sul sistema scolastico nazionale che ne consenta
«un'analisi su base nazionale e una comparazione su base
internazionale». A tal fine dovrà tenere conto sia «dei livelli
degli apprendimenti» sia «degli altri indicatori di risultato delle
scuole in relazione ai diversi contesti territoriali».
La valutazione esterna
I rapporti di autovalutazione non saranno l'unico
strumento per tastare il polso alle scuole. La direttiva prevede
infatti anche le verifiche dei nuclei di valutazione formati da
esperti esterni selezionati dall'Invalsi. I criteri e gli indicatori
per la scelta degli istituti da controllare saranno pronti entro
marzo 2015 in modo che dall'anno scolastico 2015/16 si possa
procedere alle prime "visite". Che - si legge nel testo - dovranno
coinvolgere fino al 10% del totale per ciascun anno scolastico, di
cui: il 7% attraverso gli indicatori di cui sopra e il 3% in base a
campionamento casuale. Per evitare conflitti d'interesse è sancito
esplicitamente che gli esperti svolgano la loro funzione in regione
diversa da quella nella quale prestano eventualmente servizio, a
qualsiasi titolo, presso le istituzioni scolastiche o gli uffici
dell'amministrazione scolastica.
Il destino dei test
Su questo punto il documento a firma Giannini dice molto
poco. Limitandosi a stabilire che, nel prossimo triennio, le
rilevazioni nazionali degli apprendimenti «saranno svolte in
conformità alle indicazioni contenute nella Direttiva n. 85 del
2012». Che prevedeva - tra l'altro - la somministrazione dei test
all'ultimo anno delle superiori. Un'eventualità dunque che potrebbe
tornare a materializzarsi. Gli stessi test vengono poi definiti « la
base per l'avvio dei processi di autovalutazione e di miglioramento
per tutte le istituzioni scolastiche». Da qui l'attribuzione
all'Invalsi del compito di fissare le linee guida per la lettura e
l'utilizzo dei dati contenuti al loro interno.
L'estensione agli istituti paritari
Nel rinviare a un decreto ministeriale la fissazione dei
dirigenti tecnici da destinare alla funzione di ispettori la
direttiva si sofferma sul nodo dei fondi. Mettendo nero su bianco
l'impegno a dotare Invalsi e Indire delle risorse di cui avranno
bisogno. Dopo aver specificato che i criteri generali alla base
dell'autovalutazione varranno anche per gli istituti paritari il
documento fissa la dead line dell'intero procedimento alla fine
dell'anno scolastico 2016/17 quando le scuole dovranno pubblicare un
«primo rapporto di rendicontazione sociale» nel portale "Scuola in
chiaro" per diffondere i risultati raggiunti, in relazione agli
obiettivi di miglioramento individuati e perseguiti negli anni
precedenti. Nel nome - si spera - della trasparenza e del
miglioramento del servizio alla comunità di appartenenza.
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