"BuonaScuola": ma che razza di sito è? Daniela Girgenti, La Tecnica della Scuola 12.9.2014
Con molta
curiosità ho aperto il sito realizzato dal Governo
www.labuonascuola.gov.it/ per dare la possibilità a tutti gli
italiani di esprimere la propria opinione su quella che si
preannunzia la più grande riforma della scuola degli ultimi decenni. Lo offriamo ai cittadini italiani: ai genitori e ai nonni che ogni mattina accompagnano i loro figli e nipoti a scuola; ai fratelli e alle sorelle maggiori che sono già all’università; a chi lavora nella scuola o a chi sogna di farlo un giorno; ai sindaci e a chi investe sul territorio. Lo offriamo a tutti gli innovatori d’Italia. Perché non esistono soluzioni semplici a problemi così complessi. Perché ci aiutino a migliorare le proposte, a capire cosa manca, a decidere cosa sia più urgente cambiare e attuare. Perché per fare la Buona Scuola non basta solo un Governo. Ci vuole un Paese intero”.
La consultazione durerà per due mesi a partire da lunedì prossimo, 15 settembre, sino al 15 novembre. Il sito presenta però diversi punti critici, oltre a quelli già segnalati: mentre da un lato, infatti, vengono esposti in una locandina i 12 punti chiave per l’attuazione della riforma, dall’altro, immediatamente sotto, vengono indicati solo 6 capitoli. Da nessuna parte viene spiegato che i 12 punti sono all’interno dei suddetti capitoli e come sono distribuiti. Ad esempio, i tre punti iniziali “Mai più precari nella scuola” “Dal 2016 si entra solo per concorso” e “Basta supplenze” sono inseriti tutti nel primo link “Chi assumiamo, perché e dove” che poi corrisponde al capitolo 1 “Assumere tutti i docenti di cui la buona scuola ha bisogno”. Insomma una gran confusione, che certamente non aiuterà coloro che vorranno esprimere la propria idea sul nostro sistema scolastico, soprattutto i genitori e i nonni che della scuola hanno una visione molto particolare e limitata a quella frequentata dai loro figli e nipoti. E poi come mai il sito che pomposamente si propone in due lingue, riporta in inglese solo la locandina dei 12 punti chiave e non l’intero rapporto? Ed infine, mi si consentano due curiosità: chi tradurrà gli eventuali interventi dei nonni, genitori, fratelli, sorelle, ecc. scritte in lingue diverse dall’italiana per renderli comprensibili a tutti? E soprattutto quanto ci è costato? |