La "buona scuola" in tre mosse Lucio Ficara, La Tecnica della Scuola 6.10.2014
Per fare una “buona scuola” servono soltanto poche iniziative
importanti che hanno un ovvio costo economico. Ma quali sarebbero
questi interventi per ottimizzare il nostro sistema educativo?
La seconda mossa è quella di creare la divisione delle carriere degli insegnanti, consentendo a coloro che hanno abilità didattiche e di comunicazione di fare il lavoro d’aula con gli studenti e coloro invece che hanno competenze di gestione amministrativa e di organizzazione del lavoro di occuparsi di aspetti organizzati funzionali all’insegnamento. La terza è ultima mossa sarebbe quella di retribuire equamente e giustamente il lavoro svolto dagli insegnanti, attraverso il rinnovo del contratto collettivo nazionale della scuola, volto a restituire la dignità del ruolo professionale dei docenti che è ormai a livelli insostenibili. In questa ultima fase rientrano anche gli aspetti di vivibilità delle classi e della qualità delle relazione educative. Quindi si dovrebbero garantire per legge la continuità didattica dei docenti con l’introduzione dell’organico funzionale e il tetto massimo di non più di 22 alunni per classe.
Questa sarebbe la riforma della buona scuola che tutti vorrebbero,
il resto è semplicemente il solito taglio o risparmio di spesa,
mascherato da riforma della buona scuola. |