Stretta sulle commissioni per la maturità di Eugenio Bruno, Il Sole 24 Ore 10.10.2014
Che il ministero dell'Istruzione avrebbe giocato un ruolo di primo
piano in sede di legge di stabilità lo si sapeva da tempo. Ma ora
c'è anche la conferma. Dati alla mano, il Miur sarà protagonista
tanto della voce “avere”, grazie al miliardo destinato alla
stabilizzazione di 148.100 docenti, quanto al “dare”. Se calcolato
sul saldo netto da finanziare il contributo di viale Trastevere
dovrebbe valere un sesto dei tagli complessivi (1,1 miliardi sui 6
attesi nel 2015). Che salirebbe a un quarto se calcolato
sull'indebitamento (800 milioni sui 3 miliardi di risparmi attesi
dalla manovra). Risorse che arriveranno in parti quasi uguali dal
comparto scuola, da un lato, e dal binomio università/ricerca,
dall'altro.
Il risparmio più consistente arriverebbe dall'addio ai membri
esterni (eccezion fatta per il presidente) nelle commissioni per la
maturità: 144 milioni che scenderebbero a 99 se rapportati
all'indebitamento. Altri 130 milioni giungerebbero invece dalla
riduzione del fondo di funzionamento delle scuole assicurata dalla
razionalizzazione delle spese di pulizia. Sempre in tema di scuola
paiono degne di nota altre tre decurtazioni: gli 80 milioni (43 ai
fini dell'indebitamento) dovuti allo stop agli scatti di anzianità,
che salirebbero a 189 alla fine del prossimo triennio; i 55 milioni
(30 ai fini del rapporto deficit/Pil) attesi dall'eliminazione delle
supplenze di un giorno; i 50 milioni sottratti ai progetti nazionali
di istruzione.
Passando all'università, il primo intervento che balza agli occhi è
una mini-sforbiciata alla quota rimodulabile del Fondo di
finanziamento ordinario (Ffo). Che dovrebbe valere 32 milioni ed
essere collegata all'incremento di efficienza nell'acquisto di beni
e servizi da parte degli atenei. Per il resto l'aiuto del comparto
universitario dovrebbe giungere attraverso la cancellazione di una
serie di micro-voci: altri 2 milioni dell'Ffo destinati ai piani
triennali; 5 milioni per la sede di ingegneria di Genova (Erzelli);
3 milioni della scuola d'ateneo Jean Monnet; 500mila euro della mai
decollata fondazione per il merito. Lungo e variegato è anche l'elenco di misure per la ricerca. Accanto ai 140 milioni di giacenze del “vecchio” fondo Fsra, che dovrebbero passare a Intesa Sanpaolo e finire fuori dal comparto della Pa, comparirebbero i 50 milioni di recupero di efficienza sui consumi intermedi finanziati con il fondo ordinario degli enti (Foe). Ma i “contenitori” coinvolti sarebbero anche altri. Il Far (90 milioni di giacenze) e il Fisr (45 milioni) su tutti. |