Stop ai contratti, parola di Renzi

Lucio Ficara, La Tecnica della Scuola 29.10.2014

A "Otto e mezzo" il premier ribadisce un concetto già espresso più volte: le leggi le fa il Parlamento e non c'è nessuna esigenza di discuterle con i sindacati.

Viviamo in un Paese surreale, dove, durante il programma televisivo de La 7 “Otto e mezzo”, condotto da Lilli Gruber, il Presidente del Consiglio Renzi sente la necessità di comunicare in diretta che in sostanza i diritti contrattuali non devono essere concertati con i sindacati, ma devono essere approvati per legge dal Parlamento. Una bordata, quella del premier, che tende ad annientare, con ogni evidenza, i contratti collettivi di lavoro. Infatti Renzi spiega, con linguaggio chiarissimo, che "forse è arrivato in Italia il momento che ciascuno torni a fare il suo mestiere. Le leggi non si scrivono con i sindacati ma in Parlamento".

Inoltre Renzi continua nelle sue affermazioni : “Il ruolo delle organizzazioni sindacali è quello di intervenire nei luoghi di lavoro per fare rispettare i diritti dei lavoratori, ma il sindacato non fa trattative con il governo, che non chiede permesso”.

Da queste affermazioni è del tutto chiaro che, per esempio, il documento della Buona Scuola, quando dovrà diventare legge, non verrà in alcun modo trattato con i sindacati e di conseguenza ci saranno tematiche, prettamente di carattere contrattuale, che verranno decise, unilateralmente e senza alcuna concertazione sindacale, dal Governo prima e dal Parlamento dopo. In buona sostanza la linea politica delineata, è quella dei “Pasdaran della Buona Scuola” che annienteranno il contratto collettivo nazionale e forse di conseguenza anche quello della mobilità.

Altro che riforma della scuola che proviene dal basso, quasi fosse una riforma di iniziativa popolare, si tratta di una riforma calata dal vertice di Palazzo Ghigi e quindi scortata ed accompagnata dalle “guardie della rivoluzione epocale”, anche definibili come i “Pasdaran della Buona Scuola”. Temi come l’immediata abolizione degli scatti di anzianità, l’abolizione di fatto del fondo d’Istituto, l’introduzione degli scatti di competenza a partire dal 2019, l’integrazione orizzontale e verticale, l’organico funzionale e di rete di scuole, la modifica degli orari di servizio settimanali dei docenti, le norme legate alla mobilità dei docenti e del personale ata, secondo l’idea renziana che le leggi le stabilisce unilateralmente il Parlamento, potrebbero essere sottratte ai tavoli di contrattazione e calate dall’alto con decreti leggi portati avanti dai Pasdaran anticoncertazione.

Siamo veramente un Paese surreale, dove a decidere i diritti dei lavoratori della scuola, con riferimento al salario e all’orario di lavoro settimanale è unilateralmente il governo, che ci piace ricordarlo non è nemmeno legittimato dal voto popolare. Il tentativo di annientare il contratto della scuola è qualcosa di surreale ma anche di palpabile. Se ciò dovesse realmente avvenire, la scuola potrebbe piombare nel caos più totale e e tutte le leggi sulla scuola, scortate dai Pasdaran parlamentari della Leopolda , potrebbero essere fortemente incostituzionali.