Dispersione scolastica: soltanto il 17%?

 Tuttoscuola, 15.10.2014

Nel dossier di Tuttoscuola sulla dispersione scolastica, pubblicato alcuni mesi fa (e scaricabile dal nostro sito www.tuttoscuola.com), viene documentata la situazione degli abbandoni nel percorso scolastico degli istituti statali di istruzione secondaria di II grado.

L’anno scorso sono stati 167 mila i ragazzi che al termine dell’intero percorso di studi delle superiori non sono arrivati all’ultimo anno: il 28%! Tuttoscuola ha operato sulla totalità dei ragazzi, non su un campione o un dato stimato.

Si è trattato della migliore performance degli ultimi 15 anni, ma che resta comunque molto alta: 11 punti in percentuale sopra al dato ufficiale di Eurostat che attribuisce all’Italia il 17%.

Nel corso del convegno LOST di ieri al Miur è stato detto che quel 17%, come altri dati riportati sul fenomeno degli abbandoni, è il risultato di una stima, non di un monitoraggio sull’universo dei nostri ragazzi in età d’obbligo scolastico e formativo. È stato anche affermato che quel 17% è forse sottostimato.

Quegli 11 punti di differenza percentuale corrispondono a circa 62 mila ragazzi che, dopo avere lasciato il percorso scolastico statale, sarebbero confluiti parte negli istituti paritari e parte nella formazione professionale.

Vorremmo avere torto, ma ci sia consentito di dubitare che quei 62 mila ragazzi usciti dalla statale abbiano – tutti – cercato un’alternativa scolastica o formativa in altri percorsi.

Temiamo – e vorremmo sbagliare – che il tasso ufficiale del 17% di abbandoni sia davvero sottostimato, anche perché i nostri dati non hanno nemmeno considerato gli abbandoni avvenuti nel percorso del 1° ciclo e quelli della mancata iscrizione a qualsiasi percorso scolastico/formativo da parte di una quota dei licenziati di scuola media.

Urge far parlare all’unisono le anagrafi nazionale e regionali degli studenti. Per conoscere l'esatta entità del fenomeno, la sua incidenza territoriale e settoriale (Tuttoscuola lo ha fatto) e la tipologia di studenti coinvolti (nazionalità, condizione economica e sociale della famiglia, livello culturale dei genitori, ecc.).

Conoscere per agire, dunque, in modo consapevole e mirato.