Gli insegnanti non sono sociologi Alessandro Giuliani, La Tecnica della Scuola 6.10.2014
A dirlo è stato il coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di
Meglio, nel corso di un convegno svolto a Roma: per fare la Buona
scuola servono buoni 'docenti di alto profilo culturale' che
sappiano trasmettere i saperi. Dal sindacato un documento sulla
"Buona scuola che vorremmo": più soldi ai prof e "ridimensionare il
ruolo del dirigente" a favore di "un coordinatore della didattica
eletto dai docenti". C’era anche l’ex ministro Fioroni. Dopo aver espresso soddisfazione per l'annunciata immissione in ruolo, entro il prossimo mese di settembre, di 148.100 insegnanti precari, Di Meglio ha tenuto a dire che "per fare la Buona scuola non servono buoni 'docenti sociologi o educatori', ma buoni 'docenti di alto profilo culturale' che sappiano trasmettere i saperi". "Renzi – ha aggiunto il sindacalista - ci mette di fronte a qualcosa a cui non possiamo dire di no, cioè all'assunzione dei precari, ma in cambio ci propina la dequalificazione della scuola pubblica, con insegnanti che diventano meri educatori. Presto faremo sentire la nostra protesta".
Per questi motivi, la Gilda dice no a "un nuovo status del docente
come previsto dalle linee guida del governo", ciò che vale è il
"fondamento culturale": no quindi "alla banca delle ore", messe a
disposizione dagli insegnanti, per ridurre le supplenze brevi (è una
soluzione "confusa e pericolosa"), no alle aperture pomeridiane
delle scuole gestite dagli insegnanti (diventerebbero "operatori
sociali") e no all'abolizione degli scatti di anzianità a favore di
scatti di competenza. "E' assurdo – ha concluso Di Meglio - premiare gli insegnanti per progetti e gite e non per l'insegnamento. Se non si punta sul miglioramento delle competenze degli studenti, si ottiene l'effetto contrario" della buona scuola. Forti critiche alle linee guida del Governo sono arrivate anche da Silvia Chimenti (M5s), per la quele sarebbero caratterizzata da "una logica ricattatoria, una mercificazione del sapere e una logica aziendalistica della scuola". "Bisogna ripensare al meccanismo sugli scatti di merito - ha detto l'ex ministro dell'Istruzione, Giuseppe Fioroni, contestato da alcuni docenti - lo Stato deve investire risorse sull'aggiornamento degli insegnanti per renderlo obbligatorio e deve rivedere la valutazione per ottenere gli scatti di carriera". |