Con la stabilità arriva al traguardo la prima tappa della riforma
dell’esame di maturità. I maturandi dell’anno scolastico 2014/15 si
troveranno di fronte a una commissione non più mista, bensì composta
esclusivamente da membri interni. Fatta eccezione per il presidente
che continuerà ad arrivare da fuori. Il disegno di legge di
stabilità per il 2015 atteso oggi in Consiglio dei ministri - che,
da un lato, dovrebbe apportare tagli al bilancio dell’Istruzione per
circa 500 milioni (anziché 800 come previsto in un primo momento) e,
dall’altro, stanziare circa un miliardo per consentire l’assunzione
di 148.100 precari - eliminerà infatti la figura dei commissari
esterni. E lo farà soprattutto per ragioni di cassa. Dalla misura -
come confermato ieri dal ministro Stefania Giannini davanti alla
commissione Cultura della Camera- arriveranno risparmi per 140
milioni di euro. Ma le novità per l’esame di Stato,
come anticipato su Scuola 24 del 9 settembre scorso , non
dovrebbero fermarsi qui. E investire tutte e tre le prove scritte
oltre che il colloquio orale.
Le novità per gli scritti
Oltre che dall’esigenza di reperire risorse la riforma della
maturità nasce anche dalla necessità di dare completa attuazione
agli indirizzi introdotti dalla riforma Gelmini. A giugno si
matureranno infatti gli studenti iscritti ai nuovi licei e istituti
tecnici e professionali. Ragion per cui bisogna ripensare la seconda
prova che saranno chiamati a sostenere. Come e in che misura lo
stabilirà il decreto ministeriale che è in corso di stesura a viale
Trastevere e che arriverà a stretto giro. Quel testo differenzierà
l’esame sulla base dell’indirizzo seguito. Ad esempio nei tecnici e
professionali, così come nei licei artistici o musicali, la seconda
prova scritta potrà essere grafica o compositiva e dovrà tenere
conto anche della dimestichezza acquisita con le attività di
laboratorio. Ferma restando questa urgenza a cui fare fronte, il Dm
dovrebbe intervenire anche sulla prima (che oggi spazia dal tema di
storia o di attualità all’analisi del testo letterario, dal saggio
breve all’articolo di giornale) e sulla terza prova (il cosiddetto “quizzone”).
A proposito di quest’ultima si starebbe pensando di utilizzarla per
tastare, lì dove prevista, la conoscenza delle lingue straniere, la
capacità di problem solving oppure l’attitudine a sviluppare
progetti.
Il restyling dell’orale
L’intenzione di rimodulare a tutto tondo l’esame di Stato dovrebbe
spingere il Miur a intervenire anche sull’orale. Tenendo conto delle
specificità dei singoli indirizzi. In quella sede si potrebbe
decidere anche di verificare non solo le conoscenze disciplinari ma
anche quelle derivanti dalle esperienze di alternanza scuola-lavoro
oppure di studio all’estero.