«Riportare Economia e Diritto nelle scuole»: il video appello dei prof a Renzi

Artisti e intellettuali aderiscono a «Tornami in mente», campagna per reintrodurre le materie giuridiche ed economiche nei programmi delle scuole superiori.

di Alessia Tripodi, Il Sole 24 Ore 31.10.2014

Un «selfie video » fatto in casa per chiedere al premier Renzi e al ministro Giannini di riportare le materie giuridiche ed economiche nelle scuole superiori italiane. Si chiama «Tornami in mente» ed è la singolare iniziativa lanciata dal Coordinamento nazionale dei professori di Diritto ed Economia, guidata dal prof napoletano Franco Labella, che ha chiamato a raccolta personaggi dello spettacolo, filosofi, scrittori, docenti universitari e insegnanti invitandoli a registrare un appello video con la propria testimonianza sulle conseguenze negative che l'esclusione del Diritto e dell'Economia da molti programmi ministeriali potrebbe avere sulla formazione dei ragazzi.

Hanno aderito 50 volti noti e meno noti

Finora sono quasi 50 i volti noti e meno noti - dall'attore-rivelazione della serie tv Gomorra, Marco D'Amore, allo scrittore Antonio Pasqual, dagli attori di teatro e cinema Enrico Ianniello, Andrea Renzi, Tony Laudadio e Roberto De Francesco, dal duo di Musica Nuda, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti al filosofo del diritto Giuseppe Limone della Seconda Università di Napoli, ad Alberto Vannucci, professore al Dipartimento di Scienze politiche all'università di Pisa - che hanno aderito alla campagna per far «tornare nella mente degli studenti» le materie giuridiche ed economiche «di fatto escluse dai programmi con la recente riforma della scuola», dicono i prof.

Senza lo studio del diritto non c’è formazione alla legalità

«Ovunque si parla di crisi di legalità e di dissesto economico: e la scuola cosa fa?», si chiede Rita Raucci, portavoce del Coordinamento e ideatrice, insieme con il giornalista Claudio Lombardi e il pubblicitario Enzo De Angelis, della campagna. «Dice che è meglio non sapere negando agli studenti la formazione di una coscienza civica con un ruolo sociale attivo» continua Raucci, sottolineando che «le ragioni di questi tagli non possono essere di ordine economico, perché un Paese democratico non si può permettere di sospendere l'educazione alla civiltà perché mancano i soldi». Anche perché «senza lo studio del diritto non c'è formazione alla legalità e senza educazione finanziaria si crea un analfabetismo pericoloso» aggiunge la portavoce, ricordando che «nell'indagine Ocse-Pisa 2012 gli studenti italiani sono risultati penultimi, dopo quelli colombiani, nelle loro conoscenze economiche».

Le campagne dei professori

Il Coordinamento dei docenti di Diritto ed Economia, nato nel 2009, non è nuovo a simili campagne di sensibilizzazione: è stato infatti promotore di un appello che ha raccolto 2.300 adesioni (tra cui quelle di Stefano Rodotà, Rita Borsellino, Giovanni Impastato, Moni Ovadia, Tonino Palmese, Claudio Fava e Giuseppe Lumia) e della mobilitazione popolare che invitava a inviare cartoline raffiguranti un albero verde con lo slogan «Il diritto e l'economia non sono rami secchi da tagliare» all'allora ministro Mariastella Gelmini. Attività che hanno già dato i primi risultati, visto che, di recente, i Capigruppo di tutte le forze politiche presenti nel Consiglio regionale della Campania hanno sottoscritto un ordine del giorno nel quale hanno invitano le istituzioni (a partire dal ministro dell'istruzione) «a riaprire la discussione sul ruolo fondamentale che il Diritto e l'Economia assumono nella formazione di base degli studenti delle scuole superiori».