Alla fine è «saltata» nella stesura finale della Legge di Stabilità
la modifica alle commissioni per l’esame di Maturità. La querelle
sulla composizione delle commissioni d’esame approda nelle stanze
più alte della politica, dopo la decisione del Miur di modificare il
rito dell’esame finale della scuola secondaria. Nella versione del
ddl stabilità inviato al Quirinale il governo ha fatto marcia
indietro: la Maturità 2015 avrà la commissione composta da sei
commissari tutti interni alla prova, tranne il presidente (esterno),
stava scritto nella legge di Stabilità inviata al Quirinale. Una
previsione che avrebbe consentito di risparmiare 147 milioni di euro
(fatto salvo il costo per i presidenti esterni, circa 40 milioni).
Ma adesso è ufficiale, i commissari esterni restano. Non si cambia:
tre membri interni, e tre membri esterni, oltre al presidente
(esterno anche lui).
«Abolire l’esame»
Con buona pace dei risparmi, in verità apparsi subito troppo modesti
rispetto alla portata della novità. Che aveva raccolto l’entusiasmo
degli studenti - da sempre intimoriti dal giudizio di insegnanti
sconosciuti - e le critiche di insegnanti e presidi. Che avevano
bocciato la misura, al punto da arrivare a chiedere l’abolizione in
toto dell’esame di Stato , che il presidente della Disal
(Associazione professionale Dirigenti Scuole Statali e Paritarie)
aveva definito «un rito bizantino ormai antiquato a cui non crede
più né il mondo delle università, né il mondo del lavoro».
Petizione online
La fronda dei prof contro il ritorno dei commissari interni aveva
fatto partire una petizione online per bloccare la riforma. Più di
5.200 le firme in pochi giorni, al documento pubblicato sul sito
change.org da Giorgio Allulli, Responsabile del Reference point
nazionale per la qualità dell'Isfol, Quattromila persone che hanno
chiesto al ministero di tornare sui suoi passi. «Che senso ha
emanare una direttiva che prevede la valutazione esterna delle
scuole, quando nel merito della preparazione degli alunni - si
leggeva nella petizione - si torna alla totale auto-referenzialità
dei Consigli di classe? Sarebbe un’iniziativa in palese
contraddizione con le indicazioni dell’ Ocse, che segnala gli
effetti positivi degli esami esterni sui livelli di apprendimento
degli alunni, con le Raccomandazioni ufficiali dell’Unione europea,
che richiede l’impiego di esaminatori “terzi” per la verifica degli
apprendimenti acquisiti dagli alunni, e con le pratiche in uso nei
principali sistemi scolastici europei. Tutti i sistemi di
certificazione prevedono, come regola fondamentale, che la
certificazione venga effettuata da soggetti terzi; se si abolisce
questo passaggio possiamo dire addio a qualunque discorso credibile
sulla qualità della scuola italiana, con buona pace del Sistema
Nazionale di valutazione».
Niente compensi
La riforma tra l’altro non prevedeva compensi per i commissari interni: un altro punto che aveva innescato polemiche. «Molti dei supplenti annuali, con scadenza del contratto a giugno, presenziano ogni anno agli esami di maturità - faceva notare il portale Skuola.net -. Che cosa accadrà quindi all’esame di Stato 2015, nel caso in cui il supplente finisce il suo lavoro con il mese di giugno e non viene pagato per restare in cattedra anche a luglio?». Non è detta però l’ultima parola: la modifica alle commissioni di maturità (con commissari tutti interni) potrebbe però essere riproposta in sede di attuazione della Buona Scuola.