Riforma Pensioni 2014: novità su pensione anticipata per precoci, usuranti, disagiati, Q96

Facciamo il punto sulla pensione anticipata per precoci, usuranti, quota 96: quali sono le ultime novità di ottobre?

Iasac Ovasim, The Blasting News, 24.10.2014

Dopo tanto parlare può essere utile fare il punto sulla questione previdenziale dei cosiddetti lavoratori disagiati, ovvero coloro che a causa della legge n. 214 del 2011 sono rimasti incastrati sul luogo di lavoro per un lungo periodo di tempo, o peggio ancora sono entrati in un limbo nel quale risultano addirittura senza reddito da lavoro e senza reddito da pensione. Tra tutte queste figure, ritroviamo principalmente:

  • i lavoratori esodati, licenziati dal proprio lavoro perché inizialmente coperti da uno scivolo pensionistico rimasti al contempo senza possibilità di accedere all'Inps a causa dell'innalzamento dei requisiti anagrafici;

  • i lavoratori precoci, che hanno iniziato la propria attività in giovane o giovanissima età, accumulando decenni di contributi e nonostante questo, senza possibilità di avere la pensione a causa dell'innalzamento dei requisiti anagrafici;

  • chi svolge lavori usuranti: si tratta di persone impossibilitate a svolgere la propria attività fino all'età di pensionamento, a causa di problemi legati alla salute e alle forze fisiche che sarebbero necessarie per adempiere correttamente ai compiti del ruolo;

  • i quota 96 della scuola, docenti e lavoratori ATA dell'istruzione pubblica, con 36 anni di contribuzione e 60 anni di età, oppure con 35 anni di contribuzione e 61 anni di età, rimasti bloccati sul lavoro nonostante la maturazione ufficiale dei requisiti a causa di una svista della Riforma Fornero;

  • più in generale, tutti coloro che sono rimasti disoccupati in età avanzata (ma non sufficiente ad ottenere il pensionamento), che a causa della crisi economica faticano a ritrovare una collocazione lavorativa.


Parlamento e Inps chiedono misure sanatorie al Governo, ma mancano le coperture: indispensabile flessibilizzare il sistema

È evidente che la riforma previdenziale avvenuta nel 2011 in alcuni casi specifici ha creato un grande disagio, pertanto non è un caso se sia dal Parlamento che dall'Inps siano arrivate più volte richieste agli esecutivi che si sono succeduti (Letta e Renzi) di garantire delle misure sanatorie. L'idea dell'ex Commissario Inps Conti era di affiancare alla sostenibilità dei conti una maggiore flessibilità previdenziale, magari sfruttando le potenzialità del sistema contributivo. Anche Cesare Damiano della Commissione lavoro alla Camera ha suggerito al Governo di attuare una flessibilizzazione attraverso il "progetto Damiano", una pensione anticipata con 35 anni di contribuzione e 62 anni di età. Purtroppo tutti questi tentativi si sono scontrati con la dura realtà, ovvero una cassa dei conti pubblici piangente, situazione certificata più volte dai tecnici del Ministero della Finanza e della Ragioneria dello Stato.

Mini pensione: la novità di fine ottobre "a costo zero". Finalmente una soluzione in arrivo?

Il no dei tecnici pubblici alle precedenti ipotesi di riforma è stato giustificato con 30 o 40 miliardi di ragioni, ovvero le risorse in euro necessarie per poter dare il via libera al progetto Damiano. Dal Neo Commissario INPS Tiziano Treu giunge invece una nuova soluzione laterale, ovvero quella delle mini pensioni. La proposta consiste nell'anticipare al lavoratore i contributi utili al pensionamento anticipato, per poi sottrarli alla mensilità previdenziale attraverso delle piccole rate. E voi pensate possa essere finalmente arrivata la soluzione definitiva? Fateci sapere la vostra opinione con un commento all'articolo; se invece desiderate restare aggiornati, utilizzate il tasto "segui".