Con la riforma per i presidi dietro l’angolo c’è un futuro da manager

di Daniela Abbrunzo, Il Sole 24 Ore 7.10.2014

Ministro Giannini, ma la consultazione sulla “buona scuola” è fallita?
È in corso, e mi pare che sta andando molto bene.

Quanti hanno risposto?
Trecentodiecimila i contatti sul sito: 300 mila italiani hanno guardato per più di 5 minuti il progetto, si sono informati, e 30.000 hanno iniziato a rispondere alle domande.

Possibile che solo in Italia ogni anno si comincia con i giovani che protestano per la scuola che non va. Avranno ragione su qualcosa?
Sono almeno 10 anni in cui si parla di scuola, di istruzione, di Università solo per tagliare e sapere dove tagliare.

È così anche per lei, mi pare.
No, non credo. Ci sarà 1 miliardo per la scuola nella legge di stabilità, e questa è una novità assoluta. Direi rivoluzionaria.

Lei al Cern giorni fa ha celebrato l'eccellenza della ricerca anche italiana. Nel suo programma in 12 punti dove si vede con chiarezza che avete deciso anche voi, di favorire l'eccellenza?
I 12 punti riguardano la scuola e la ricerca, ma l'eccellenza nella scuola italiana significa avere tutti gli insegnati, tutti che servono, formarli, e avere competenze aggiornate e qualificate.

Ma assumere, come avete deciso di fare, 150 mila precari della scuola, va nella linea di favorire l'eccellenza?
Ogni anno il primo settembre ci sono 50 mila scuole, 50 mila cattedre che hanno un avvicendamento e un'instabilità annunciata di insegnanti: porre un riga a questa piaga è partire col piede giusto.

Quindi lì l'eccellenza non c'entra ancora, perché nell'insegnamento la selezione è la premessa dell'eccellenza. Come si fa a farla con quei 150 mila che si prendono per tirare la riga?
Se fosse un piano assunzionale e basta avrebbe ragione lei. Non è quello. Noi assumiamo tutti gli insegnanti di cui abbiamo bisogno per l'autonomia scolastica.

Quindi l'eccellenza verrà?
No, viene nello stesso momento, perché avviamo immediatamente quello che solo in Italia manca, cioè un piano di formazione costante, obbligatorio per tutti gli insegnanti.

Ma più che la priorità al diritto del lavoro dei precari, la “buona scuola” non dovrebbe dare agli studenti il diritto di avere insegnanti capaci?
Siamo partiti di lì, perché quello che ci interessa è che la scuola con tutti gli insegnanti ben formati e qualificati che vogliamo per il nostro Paese dia le competenze giuste, quelle che non ancora i nostri studenti hanno, per esempio una scuola che dia una competenza linguistica accettabile l'inglese o altre lingue.

Da quando?
Dal primo settembre 2015 e dalla prima, dalla scuola elementare. C'è poco da fare.

È vero che per trovare i soldi per assumere i precari, sono previsti tagli per 400 milioni a università e ricerca?
Falso.

Dove si trovano i soldi?
Nei risparmi che anche il nostro Ministero ha pianificato e che vuol dire costi intermedi ridotti in tutti i settori, anche quello dell'Università e della ricerca. Ma non solo lì, perché poi sarà un risparmio collettivo che poi riassegna le risorse, ovviamente.