La ricetta di Confindustria per l’education: di Claudio Tucci, Il Sole 24 Ore 8.10.2014
Rafforzamento della didattica per competenze e laboratoriale.
Riduzione del numero di materie, e diffusione dell'insegnamento in
lingua straniera di discipline curriculari già alle scuole primarie.
Chiamata diretta dei docenti. Più collegamento con il mondo del
lavoro (anche incentivando programmi di «Erasmus in azienda» e
percorsi di laurea in apprendistato). Avvio di un rigoroso sistema
di valutazione di istituti e personale scolastico, legando le
carriere dei professori al merito e rimodulando l'accesso
all'insegnamento.
Le imprese (che non sono il diavolo) spingono per un cambio di passo
sull'istruzione, «una scossa educativa», ha sintetizzato il vice
presidente di Confindustria, Ivan Lo Bello, aprendo ieri
all'università Luiss di Roma la «Prima giornata dell'Education» alla
presenza del ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini. Il punto è migliorare la didattica e «declinare l'innovazione nel mondo dell'Education perché questa è la strada per una maggiore competitività», ha spiegato il presidente di Assolombarda, Gianfelice Rocca. La sfida è quindi una maggiore contaminazione con il mondo delle imprese, rendendo obbligatoria l'alternanza negli istituti tecnici (il progetto del Governo va in questa direzione raddoppiando le ore di formazione on the job da circa 90 a 200 ore l'anno). Una scelta che va concretizzata. « Perché fino a pochi anni fa le aziende cercavano competenze standard – ha detto il presidente di Federmeccanica, Fabio Storchi –. Oggi invece c'è bisogno di specializzazione e per questo è fondamentale il dialogo tra scuole e imprese». |