Siamo insegnanti incapaci, e ora licenziateci tutti!

di Aldo Domenico Ficara, Regolarità e Trasparenza nella Scuola, 12.10.2014

In un articolo pubblicato sul Gazzettino di Treviso il 10 ottobre 2014 si scrive: “ I prèsidi della Marca vogliono poter licenziare gli insegnanti incapaci. La richiesta, forte e condivisa, è emersa nell'incontro andato in scena ieri al Mazzotti tra un centinaio di dirigenti di istituti trevigiani e Daniela Beltrame, nuova guida dell'ufficio scolastico del Veneto. «Ci sono persone che vanno licenziate - hanno messo in chiaro alcuni prèsidi senza giri di parole e assicurando di interpretare un sentimento comune - . È vero che bisogna puntare molto sulla scuola ma servono mezzi adeguati ai fini che ci si propone. Non parliamo di soldi o del numero di docenti bensì della qualità del personale. A scuola siamo in tanti e, si sa, non possono mancare le mele marce se non altro per statistica. Chiediamo quindi l'appoggio degli uffici scolastici: chi dimostra di non poter far parte del sistema scuola deve poter essere espulso» “. Ora a ben pensare siamo in molti a essere insegnanti incapaci, già incapaci di:

1. non rimanere in silenzio davanti alle classi pollaio, organizzate da Dirigenti scolastici incuranti delle normative sulla sicurezza

2. non rimanere in silenzio davanti ad atteggiamenti dei DS palesemente antisindacali nei confronti delle RSU

3. non rimanere in silenzio davanti a edifici scolastici strutturalmente inidonei, che politiche basate sull’annuncio non sono ancora riuscite a sanare

4. non rimanere in silenzio davanti a edifici scolastici privi delle certificazioni di abitabilità

5. non rimanere in silenzio davanti a politiche che vogliono dividere gli insegnanti settentrionali da quelli meridionali

6. non rimanere indifferenti a queste richieste di licenziamento da eseguirsi all’interno di un sistema scuola che dovrebbe educare a politiche di inclusione


Siamo proprio insegnati incapaci, perché la solidarietà verso il più debole è il nostro motto, perché crediamo in una scuola pubblica democratica, che dia opportunità di crescita professionale a tutti, senza fare distinzioni di razza, religione e latitudini. Vogliono licenziare queste incapacità nel nome di un’efficienza organizzativa , lo facciano, ma mettendoci la faccia con tanto di nome e cognome. Perchè sarebbe imbarazzante per i DS trevigiani passare per coloro che scagliano la pietra e nascondono la mano.