Te lo dà Renzi il posto flessibile. Giovani sempre più precari Pasquale Almirante, La Tecnica della Scuola 27.10.2014
Ogni 100 nuovi
contratti di lavoro che vengono attivati appena 15,2 sono a tempo
indeterminato, in pratica uno su sei. E più flessibile di così non
si può, tranne che Renzi voglia togliere anche quel 15%. Ne consegue, leggiamo sempre su La Stampa, un turnover fortissimo che, sempre nel II trimestre 2014, arriva a sommare ben 2.430.187 cessazioni: 355mila sono frutto di richieste del lavoratore, 249mila sono invece promosse dall’azienda. Restano 1 milione e 639 mila contratti che terminano per semplice scadenza naturale del rapporto di lavoro. La cosa curiosa è che di queste 2,43 milioni di cessazioni ben 403mila riguardano contratti che durano appena 1 giorno, 170mila tra due e 3 giorni ed altri 380 mila non arrivano al mese pieno di lavoro. Solo 381mila contratti durano più di un anno. Se si analizza la serie storica che va dal primo trimestre 2011 al secondo trimestre 2014 si vede che in tre anni e mezzo lo stock dei contratti cessati ha toccato l’iperbolica quota di 34 milioni e 824 mila interessando 12 milioni e 147 mila lavoratori, che in media hanno pertanto «subito» 2,87 cessazioni a testa. Che tradotto in concreto significa un cambio di contratto, e quindi magari pure di azienda, di mansione, di stipendio e inquadramento ogni 14 mesi e mezzo. Con picchi di 11 mesi e 12 giorni in Puglia e di 11 mesi e 27 giorni nel Lazio. |