Chimienti (M5S): porre fine alla truffa legalizzata dei Tfa

Silvana La Porta, La Tecnica della Scuola 24.10.2014

La relazione al ddl stabilità conferma i tagli annunciati nei giorni scorsi, compresi quelli lineari che prevedono riduzioni di spesa pari a 148, 6 milioni.



E’ questo il giudizio sui famigerati Tfa della parlamentare Silvia Chimienti, che, ricevute da molti giovani precari notizie sulle modalità di svolgimento dei Tirocini, nel suo intervento in Aula di ieri, 23 ottobre,  ha così esordito: “Professori finalmente. Ma senza una cattedra. Il più grande paradosso della scuola italiana. Riguarda i vincitori del Tirocinio formativo attivo, il meccanismo di abilitazione che ha sostituito le vecchie SSIS, un percorso altamente selettivo, costosissimo, gestito in maniera indecente dalle università e che vede concorrere centinaia di migliaia di aspiranti a fronte di pochissimi posti banditi. Gli abilitati del primo ciclo del Tfa non hanno potuto spendere il loro titolo l’anno scorso perché non si sono aggiornate le graduatorie in tempo. Si sono visti sorpassare nelle supplenze dai non abilitati e ora attendono di essere convocati dalla seconda fascia delle graduatorie d’istituto.”

Continua poi la parlamentare: “Siamo quasi a novembre, ma in molte province non sono state stilate le graduatorie d’istituto, le graduatorie definitive. E non è tutto. Ora Renzi promette di assumere nel 2015 tutti gli abilitati delle Gae e di eliminare gli abilitati della seconda fascia. Al danno si è aggiunta la beffa. La situazione non è più tollerabile. Come se non bastasse è stato bandito un secondo ciclo di Tfa e anche questa volta, come nel 2012, si è assistito a ritardi sia nell’emanazione dei decreti che fissavano le date delle prove, errori nella formulazione delle domande dei test preselettivi, ricorrezioni successive, costi esorbitanti e incostituzionali per partecipare alle selezioni.”

Costi enormi non compensati da qualità dei servizi e possibilità lavorative: “In tutta Italia, quest’anno come due anni fa, migliaia di neolaureati hanno pagato enormi cifre per sostenere queste farsesche prime prove, fatte per far partecipare il maggior numero di persone e contemporaneamente impedire alla maggior parte la partecipazione alle seconde prove. Chi si assumerà le responsabilità di questi gravissimi errori nelle procedure? Come può il Miur pretendere di selezionare i docenti più meritevoli se coloro che formulano le domande delle prove sbagliano nel formularle?”

Duro e impietoso infine è il giudizio sui tirocini: “I Tfa non sono dei semplici concorsi per accedere all’abilitazione, i Tfa sono un’offesa al buon senso, alla dignità e all’intelligenza dei laureati italiani. Servono per fare cassa sui più deboli, illudendo le persone con una speranza che in realtà non esiste. I Tfa creano insegnanti che non potranno insegnare. Che Stato è uno stato che fa spendere soldi ai cittadini per formarli a una professione e poi nega loro l’accesso a quella stessa professione?”

Sic stantibus rebus, Il M5S annuncia perciò un’interrogazione parlamentare sugli errori compiuti dal Miur nella prova preselettiva Tfa II ciclo e rivolge un appello accorato al ministro Giannini per porre fine alla truffa legalizzata dei Tirocini formativi attivi.

Abilitati senza lavoro, graduatorie non ancora aggiornate, disparità di trattamento tra abilitati Gae e abilitati in II fascia. Bisogna porre fine alla truffa legalizzata dei TFA. Un obiettivo chiaro e ben definito di cui seguiremo tutti gli sviluppi.

 

 

 

Ridotti di 200mila euro, a partire dal 2015, perfino gli stanziamenti per la Scuola per l’Europa di Parma, attivata in via sperimentale nel 2004 per creare una struttura formativa sul modello di quelle europee; e poi tagli di 30 milioni al fondo di finanziamento per il potenziamento dell’offerta formativa a vantaggio degli studenti (legge n. 440/97); ridotto il numero dei docenti incaricati del coordinamento dei progetti di avviamento alla pratica sportiva (e dunque esonerati dall’insegnamento): attualmente previsti nel numero di uno per provincia, i docenti (e i relativi esoneri) diventeranno uno per regione a partire dal prossimo anno scolastico; meno fondi anche per la Scuola per la formazione europea Jean Monnet e per la nuova sede universitaria di Genova (istituto Erzelli).

Gli oltre 148 milioni di tagli aggiuntivi al bilancio del ministero dell’Istruzione per il 2015, scrive Il Sole 24 Ore, riguarderanno in gran parte il settore dell’istruzione scolastica, al quale viene richiesto un contributo di 139,9 milioni che arriverà soprattutto da tagli alle scuole superiori (54,8 milioni). Riduzioni di spesa più contenute, invece, per la formazione universitaria, che subirà tagli per 5,4 milioni, e per ricerca e innovazione, dove la forbice taglierà poco più di un milione.