Maturità, il giallo dei commissari esterni

Il Miur aveva annunciato la riforma, membri di commissione solo interni per risparmiare più di 100 milioni di euro, ma nella Legge di Stabilità non ce n’è traccia

Flavia Amabile, La Stampa 23.10.2014

Maturità, commissari interni, esterni o, forse, chissà. Ci risiamo: al Miur hanno annunciato una riforma, provato a convincere i contrari che era necessario e altamente positivo cambiare, e persino messo al lavoro per mesi esperti per studiare la riforma e il percorso da seguire. Poi, però, all’improvviso Il Sole 24 Ore ha letto la versione finale della Legge di Stabilità e ha scoperto che della riforma della maturità non c’è traccia. La modifica dei commissari da esterni a interni che avrebbe permesso di risparmiare più di 100 milioni di euro è scomparsa. Si dice che potrebbe rientrare in un altro provvedimento ma in queste ore nessuno è in grado di fornire certezze.

Che cosa accadrà? Che cosa deve aspettarsi il mezzo milione di studenti che stanno preparandosi all’esame? E che serietà ha una scuola che ancora una volta cambia le regole del gioco in corsa, e a volte continua a cambiarle a lungo rendendo anche più difficile e precaria la prova da superare? E, infine, quale credibilità ha il titolare di un ministero che non riesce a difendere fino in fondo le riforme in cui crede?

La rivoluzione della maturità era stata, infatti, voluta dalla ministra Stefania Giannini fin dall’inizio del suo incarico, avrebbe dovuto cancellare il meccanismo attuale di una commissione composta da tre commissari esterni, tre membri interni ed un presidente esterno per sostituirla con una commissione composta da soli membri interni lasciando solo al presidente il ruolo di esterno come accade nell’esame di terza media. A giugno, quindi, avrebbero dovuto essere gli insegnanti della classe a valutare per ben due volte - per l’ammissione agli esami e dopo una settimana agli esami di Stato veri e propri - gli studenti giunti all’ultimo anno delle superiori sotto il controllo del presidente. Dopo la marcia indietro del governo ancora non è chiaro, invece, quello che accadrà a giugno.