Maturità, debuttano a giugno le commissioni
con sei membri interni e un solo esterno

di Claudio Tucci, Il Sole 24 Ore 16.10.2014

Maturità, si cambia. A giugno (e quindi al termine del corrente anno scolastico) le commissioni d’esame saranno composte da tutti membri interni (alla scuola) e da un presidente esterno. Il ddl di stabilità conferma le anticipazioni delle scorse settimane del ministro Stefania Giannini: oggi le commissioni d'esame sono composte da sei commissari (tre interni, tre esterni) e da un presidente (di solito un dirigente scolastico) che proviene da una scuola diversa. E ogni commissione esamina gli studenti di due classi.

Cosa cambia rispetto a oggi

Da quanto è scritto nel ddl di stabilità, dalla prossima estate, i commissari d'esame resteranno sei, ma saranno tutti interni all'istituto. Resterà esterno, invece, il presidente. Con questo restyling il ministero dell'Istruzione risparmierà 147 milioni di euro. Attualmente infatti l'esame di Stato, dopo l'arrivo dell'invio telematico delle prove (in vigore da un paio d'anni) costa circa 180 milioni: 140 milioni per pagare i commissari esterni (una spesa pertanto che dal 2015 si azzererà) e 40 milioni per retribuire l'impegno dei presidenti esterni (resterebbe solo questo esborso).

Le nomine

I commissari sono designati dai consigli di classe e nominati dal dirigente. Va assicurata la presenza dei docenti delle materie oggetto di prima e seconda prova scritta, e bisogna tener conto della necessità di accertare le conoscenze delle lingue straniere. Spetterà all'Ufficio scolastico regionale la nomina dei presidenti delle commissioni d'esame. La scelta potrà essere fatta tra i presidi delle scuole superiori, i professori con almeno 10 anni di ruolo e i docenti universitari. Si specifica che i commissari interni non riceveranno alcun compenso.

Modifiche in vista anche per le prove d'esame

Nel ddl di Stabilità c'è solo questa modifica alle commissioni d'esame. Ma da quanto si apprende, il Miur sta lavorando per introdurre altre limature anche alla struttura delle singole prove d'esame, sia quelle scritte, sia l'orale. Da un lato c'è l'esigenza dettata dal fatto che da quest'anno sono entrate a regime le modifiche ordinamentali varate dall'ex ministro Mariastella Gelmini, e quindi c'è la necessità di coordinare queste novità con la prova conclusiva dei nuovi percorsi di studio. Per esempio, si dovranno individuare le materie caratterizzanti i nuovi percorsi, tra le quali il ministro dell'Istruzione ogni anno individua quelle oggetto della seconda prova. C'è poi anche un'altra esigenza: quella di adeguare le modalità di svolgimento delle prove ai mutamenti della didattica (per esempio è entrato in vigore l'apprendistato a scuola). Tutti questi ulteriori “ritocchi” confluiranno in un decreto ministeriale, che è in corso di definizione e che verrà varato nei prossimi giorni.