La buona scuola la fanno i bravi insegnanti Lucio Ficara, La Tecnica della Scuola 5.10.2014
Può sembrare una tautologia ma purtroppo molto spesso si
dimentica che per fare una buona scuola non bastano riforme e
proclami ma occorre avere insegnanti preparati e desiderosi di
mettere a disposizione degli studenti le proprie capacità L’idea singolare e miope di chi sostiene che tutti possono insegnare tutto e possono svolgere contemporaneamente all’insegnamento altre mansioni, non serve assolutamente a migliorare il livello della didattica nella scuola pubblica italiana, ma al contrario crea grossi problemi per l’apprendimento dei nostri ragazzi. È un’idea, che troppo spesso viene imposta per ragioni economiche e in nome della flessibilità, ma determina pessima qualità didattica e quindi una cattiva scuola. Docenti in esubero che vengono dirottati in altri classi di concorso o anche in altri ordini di scuola, non sono un esempio di buona scuola. Insegnanti riconvertiti ad altri insegnamenti con corsetti di 200 ore che si trovano ad insegnare nell’età della vecchiaia, quello che non hanno mai insegnato, non è un esempio di buona scuola. Per non parlare del disastro delle classi di concorso atipiche dove al bisogno si utilizzano i docenti, per insegnare quando una materia, quando un’altra più o meno affine. La buona scuola la fanno i bravi insegnanti che hanno costruito la loro figura professionale sulla specificità dei loro insegnamenti e sull’abilità comunicativa. L’insegnante che conosce la propria disciplina, ma non la sa trasmettere, per evidenti limiti comunicativi, non fa bene alla scuola, vista come luogo di apprendimento piacevole. In quel caso si fa una cattiva scuola. Allora quali potrebbero essere le soluzioni di una giusta riforma, fatta per una buona scuola? Smetterla di caricare di compiti aggiuntivi gli insegnanti, come se fossero onniscienti ed in grado di svolgere ogni compito contemporaneamente. Dividere le carriere di chi lavora a scuola, in carriera d’insegnamento per coloro che hanno il dono di essere bravi insegnanti ed eccellenti comunicatori e in carriera dell’organizzazione del lavoro, per coloro che amano di più gli aspetti burocratici. Non è possibile avere docenti che contemporaneamente ti fanno l’orario scolastico, la funzione strumentale, il docente a tempo pieno nelle classi. Forse dovrebbe sorgere il sospetto che chi pensa di riuscire a fare tutto, poi rischia di svolgere qualcosa in malo modo. Eliminare le classi di concorso atipiche e introdurre le specificità degli insegnamenti, sburocratizzare i compiti degli insegnanti, e fare formazione sugli aspetti della comunicazione. Un’idea questa che restituirebbe ordine in un sistema che è fuori controllo, dove ci sono poche risorse economiche e caricate tutte sulle spalle di una parte ristretta di docenti, quella più obbediente al dirigente scolastico, uno spreco di risorse umane che andrebbero meglio gestite e ovviamente meglio pagate. |