DDL di stabilità e scuola: ancora tagli!

 Mariangela Bastico, 17.10.2014

Quando si impongono tagli alla scuola – e voglio ricordare che con i massacri operati da Gelmini e Tremonti e da un lungo trend di tagli possiamo a buon diritto dichiarare che la scuola ha già dato – è necessario valutare bene gli effetti strutturali e sulla qualità educativa che si producono su questo sistema delicatissimo.

La scelta di abolire i componenti esterni (ad eccezione del presidente) nelle commissioni di maturità porta a ricadute strutturali assai negative sulla valutazione e sul valore legale del titolo di studio.

L’abolizione dell’esonero e del semi esonero dall’insegnamento per i collaboratori del dirigente scolastico non tiene conto della ampiezza e complessità (per numero degli alunni, per molteplicità delle sedi, per diversificazione dei corsi di studio) delle autonomie scolastiche. E del fatto che molte scuole non hanno il dirigente titolare e che la dirigenza viene attribuita al dirigente di altro istituto.

Il taglio di oltre 2000 unità di personale ATA e delle supplenze dello stesso non tiene conto che già molte scuole avevamo segnalato difficoltà enormi nella sorveglianza e nell’apertura di sedi e che le funzioni delle segreterie sono sempre più complesse.

Positiva è la scelta di investire risorse nel piano di quasi 150.000 immissioni in ruolo: 1 miliardo di euro nel 2015 e 3 nel 2016. Un piano doveroso, anche in relazione alla necessità di adeguarsi alle indicazioni europee sulla durata e sulla ripetitività dei contratti precari, e giusto per la continuità didattica e per il riconoscimento del diritto alla stabilizzazione di persone che, per anni e a volte per decenni, hanno lavorato da precari nella scuola.

Il saldo tra le risorse destinate alla stabilizzazione dei docenti e quelle tagliate al MIUR avrebbe un segno negativo per oltre un miliardo di euro: un’ulteriore ingiusta e insostenibile sottrazione di risorse alla scuola, che certamente non si concilia con gli obiettivi e le strategie enunciate dal progetto del Governo “la buona scuola”.

Due osservazioni, infine. Negativo è che non vengano previsti interventi per il diritto allo studio e che nel rinvio all’organico funzionale si faccia continuo riferimento al suo utilizzo per supplenze e sostituzioni. Non credo che questo sia l’obiettivo primario dell’organico funzionale, che dovrebbe invece dare sostanza all’autonomia didattica delle scuole e alle loro innovazioni, ai progetti di recupero e di lotta all’abbandono.