Tra le 100 proposte anche la chiamata diretta dei prof
e più fondi premiali agli atenei

di Marzio Bartoloni ed Eugenio Bruno, Il Sole 24 Ore 8.10.2014

Le 100 proposte di Confindustria

Non c’è solo la scuola in cima ai pensieri di Confindustria. Nelle 100 proposte presentate ieri alla Luiss Guido Carli di Roma spiccano la richiesta di incrementare la quota premiale del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) degli atenei e l’esigenza di riformare la loro governance. Ffo che viene indicato come un possibile punto di riferimento per li Its, le scuole tecniche poste diploma.

Scuola
Il pacchetto più corposo riguarda sicuramente le scuole. Che - a detta delle imprese - vanno rese più autonome nella gestione didattica, organizzativa e finanziaria. Ponendo al tempo stesso un freno - si legge nel documento - all'iper-centralismo del Miur. Sempre nell’ottica di rafforzare i poteri dei presidi sarebbero gli istituti a poter effettuare le chiamate dirette scegliere l’scegliere organico tra gli insegnanti abilitati. Fermo restando che alla carriera di insegnante si dovrebbe accedere solo per concorso e che la retribuzione dei professori non dovrebbe più essere legata all’anzinità, bensì al merito. Da intendersi come orario, servizio, funzioni e conseguimento obiettivi specifici. Ma le novità che Confindustria auspica con più forza sono quelle riguardanti gli studenti. A cominciare dalla riduzione da 13 a 12 anni della durata complessiva del curriculum scolastico e dalla riduzione delle materie di studio da varare in tandem con la promozione dell’insegnamento delle «scienze integrate». Senza dimenticare il potenziamento delle lingue straniere che andrebbero usate per l’insegnamento delle materie curriculari. E ciò lungo tutta la filiera che parte dalle primarie e finisce all’università. Ma le competenze - è la tesi delle aziende - si rafforzano anche grazie all’alternanza scuola-lavoro. Che deve diventare obbligatoria al triennio negli istituti tecnici e va utilizzata anche durante il periodo estivo.

Istituti tecnici superiori
Per Confindustri a l’istruzione da rilanciare è anche quella degli Its, le scuole tecniche post diploma. Agendo su due leve innanzitutto: focalizzare le risorse per i nuovi Its tenendo conto delle vocazioni produttive del territorio e favorire la presenza delle associazioni imprenditoriali nelle fondazioni che li governano. Al tempo stesso viene immaginato un sistema di finanziamento delle fondazioni Its simile al Fondo di finanziamento ordinario previsto per le università, che consenta una gestione finanziaria più snella ed efficiente.

Università
Iniettare sempre di più dosi massicce di valutazione e merito nel mondo delle università. È una delle 100 proposte di Confindustria per i nostri atenei che secondo il documento vanno premiati con più fondi quando mostrano performance eccellenti su ricerca e didattica. Sotto la lente anche lo scarso dialogo con il mondo del lavoro: se le debolezze del nostro sistema di formazione iniziano a scuola diventano ancora più gravi quando lo scollamento è con l'università. Da qui le proposte di Confindustria per aiutare gli studenti a familiarizzare con il mondo del lavoro già durante il percorso di studi che porta alla laurea. Tra le indicazioni del documento spicca l'Erasmus in azienda per favorire appunto esperienze di lavoro durante gli anni dell'università. Va nella stessa direzione anche l'idea di anticipare i tirocini e i praticantati durante i corsi universitari favorendo anche i “summer job” . Discorso a parte quello della formazione post-laurea: qui Confindustria suggerisce di accrescere il numero dei dottorati industriali, visto che molti dei nostri studenti con “Phd” oggi finiscono per non trovare collocazione nelle carriere accademiche. Sul fronte dell'innovazione negli atenei il documento – proprio nell'ottica dell'occupabilità dei nostri laureati – suggerisce di potenziare il piano nazionale delle lauree scientifiche e di favorire l'innovazione didattica attraverso le collaborazioni con le imprese. E ancora si spinge sull'acceleratore dell'internazionalizzazione proponendo di erogare il 25% dei corsi universitari tecnico-scientifici in inglese o di prevedere per gli stranieri che conseguono una laurea in Italia la possibilità di restare in Italia per 12 mesi così da poter trovare un lavoro qualificato.