Non c’è solo la scuola in cima ai pensieri di Confindustria. Nelle
100 proposte presentate ieri alla Luiss Guido Carli di Roma
spiccano la richiesta di incrementare la quota premiale del Fondo di
finanziamento ordinario (Ffo) degli atenei e l’esigenza di riformare
la loro governance. Ffo che viene indicato come un possibile punto
di riferimento per li Its, le scuole tecniche poste diploma.
Scuola
Il pacchetto più corposo riguarda sicuramente le scuole. Che - a
detta delle imprese - vanno rese più autonome nella gestione
didattica, organizzativa e finanziaria. Ponendo al tempo stesso un
freno - si legge nel documento - all'iper-centralismo del Miur.
Sempre nell’ottica di rafforzare i poteri dei presidi sarebbero gli
istituti a poter effettuare le chiamate dirette scegliere
l’scegliere organico tra gli insegnanti abilitati. Fermo restando
che alla carriera di insegnante si dovrebbe accedere solo per
concorso e che la retribuzione dei professori non dovrebbe più
essere legata all’anzinità, bensì al merito. Da intendersi come
orario, servizio, funzioni e conseguimento obiettivi specifici. Ma
le novità che Confindustria auspica con più forza sono quelle
riguardanti gli studenti. A cominciare dalla riduzione da 13 a 12
anni della durata complessiva del curriculum scolastico e dalla
riduzione delle materie di studio da varare in tandem con la
promozione dell’insegnamento delle «scienze integrate». Senza
dimenticare il potenziamento delle lingue straniere che andrebbero
usate per l’insegnamento delle materie curriculari. E ciò lungo
tutta la filiera che parte dalle primarie e finisce all’università.
Ma le competenze - è la tesi delle aziende - si rafforzano anche
grazie all’alternanza scuola-lavoro. Che deve diventare obbligatoria
al triennio negli istituti tecnici e va utilizzata anche durante il
periodo estivo.
Istituti tecnici superiori
Per Confindustri a l’istruzione da rilanciare è anche quella degli
Its, le scuole tecniche post diploma. Agendo su due leve
innanzitutto: focalizzare le risorse per i nuovi Its tenendo conto
delle vocazioni produttive del territorio e favorire la presenza
delle associazioni imprenditoriali nelle fondazioni che li
governano. Al tempo stesso viene immaginato un sistema di
finanziamento delle fondazioni Its simile al Fondo di finanziamento
ordinario previsto per le università, che consenta una gestione
finanziaria più snella ed efficiente.
Università
Iniettare sempre di più dosi massicce di valutazione e merito nel
mondo delle università. È una delle 100 proposte di Confindustria
per i nostri atenei che secondo il documento vanno premiati con più
fondi quando mostrano performance eccellenti su ricerca e didattica.
Sotto la lente anche lo scarso dialogo con il mondo del lavoro: se
le debolezze del nostro sistema di formazione iniziano a scuola
diventano ancora più gravi quando lo scollamento è con l'università.
Da qui le proposte di Confindustria per aiutare gli studenti a
familiarizzare con il mondo del lavoro già durante il percorso di
studi che porta alla laurea. Tra le indicazioni del documento spicca
l'Erasmus in azienda per favorire appunto esperienze di lavoro
durante gli anni dell'università. Va nella stessa direzione anche
l'idea di anticipare i tirocini e i praticantati durante i corsi
universitari favorendo anche i “summer job” . Discorso a parte
quello della formazione post-laurea: qui Confindustria suggerisce di
accrescere il numero dei dottorati industriali, visto che molti dei
nostri studenti con “Phd” oggi finiscono per non trovare
collocazione nelle carriere accademiche. Sul fronte dell'innovazione
negli atenei il documento – proprio nell'ottica dell'occupabilità
dei nostri laureati – suggerisce di potenziare il piano nazionale
delle lauree scientifiche e di favorire l'innovazione didattica
attraverso le collaborazioni con le imprese. E ancora si spinge
sull'acceleratore dell'internazionalizzazione proponendo di erogare
il 25% dei corsi universitari tecnico-scientifici in inglese o di
prevedere per gli stranieri che conseguono una laurea in Italia la
possibilità di restare in Italia per 12 mesi così da poter trovare
un lavoro qualificato.