La dispersione scolastica resta, insieme con gli abbandoni, la ferita più profonda e non rimarginata del sistema scolastico nazionale. La scommessa ancora persa. «Il dato più prudente sulla dispersione scolastica è attorno al 17% e di per sè è un dato drammatico. Quello che bisogna fare è mettere in atto una strategia per contrastare il fenomeno. Bisogna lavorare sulle cause della dispersione. Non è accettabile in una democrazia come la nostra che oltre il 17% dei giovani abbandonino il ciclo scolastico», lo ha affermato il presidente della Camera, Laura Boldrini, durante la presentazione, ieri a Montecitorio, di una proposta di strategia contro la dispersione scolastica elaborata dalla commissione Cultura e istruzione.
La proposta
Obiettivo della strategia, ha spiegato Milena Santerini, capogruppo “Per l'Italia” in commissione, è portare la dispersione scolastica in Italia a quota 10% entro il 2020. Occorrono quindi, tra le altre cose “anagrafi integrate per acquisire dati certi” sulla situazione, strategie preventive già dall’infanzia con ad esempio l’incremento di accesso agli asili nido; riordinare i cicli (con un’eventuale sperimentazione di un riordino del ciclo della secondaria di 4 anni), migliorare l’orientamento e valorizzare l’istruzione tecnica. Contro la dispersione, ha osservato il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, occorre comunque «un intervento complessivo. La buona scuola è una risposta alla dispersione», anche perché prevede, tra le altre cose, «le scuole aperte, una didattica flessibile e multidisciplinare e docenti stabili».
Le cifre dell’emergenza
L’analisi della Commissione ricorda che in media il 17,6% degli studenti abbandona la scuola, con «differenze significative tra le regioni. Si passa dal 12,8% di Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Abruzzo al 25,8% della Sardegna, al 25% della Sicilia al 21,8% della Campania».
«L’abbandono scolastico - ha concluso Boldrini - rappresenta anche un costo per la collettività: secondo una recente indagine promossa da WeWorld Intervita, insieme all’ associazione Bruno Trentin e alla Fondazione Giovanni Agnelli, l’azzeramento della dispersione scolastica potrebbe avere un impatto sul Pil compreso tra l’1,4% e il 6,8%. Si tratta di un’incidenza molto significativa, che ci dà la misura di come questo fenomeno gravi così pesantemente sull’economia e la crescita del nostro Paese».