Consultazioni La Buona Scuola: 60.000 compilazioni. di Patrizia Del Pidio, Orizzonte scuola 3.11.2014
Il documento “La
Buona Scuola” è stato presentato da più di due mesi
e i questionari compilati in questo intervallo sono soltanto 60
mila. Una reazione abbastanza tiepida verso il documento di governo
che dovrebbe portare alla riforma della scuola. Se anche i 60mila questionari compilati fossero tutti di docenti, il numero sarebbe comunque bassissimo rispetto alla totalità dei docenti impiegati nella scuola pubblica di ogni ordine e grado che conta 721.590 insegnanti. In questo caso avrebbe risposto alla domanda di partecipazione alla consultazione l’8,3% degli insegnanti.
I questionari non provengono, però, soltanto da docenti. Il documento “La Buona Scuola” vuol parlare all’intero Paese, potevano partecipare alle consultazioni studenti, genitori, insegnanti. La platea di persone interessate alla partecipazione contava oltre 20milioni di persone se si considera che il rapporto docenti alunni è 1 a 10 e che per ogni alunno è da considerare anche 2 genitori. Per approfondire: Nel 2014, 721.590 docenti per 7.881.632 alunni: un rapporto di circa 1 docente ogni 10 alunni Per ogni insegnante, quindi, è da considerare 10 alunni e 20 genitori. Moltiplicando la totalità dei docenti per 30 il numero che si ottiene è 21.647.700. Questo il numero di persone che avrebbero potuto partecipare alla consultazione per la quale sono stati compilati soltanto 60mila questionari. Vedendo la consultazione da questa prospettiva sicuramente viene da pensare che l’Italia, e non solo gli insegnanti, abbia reagito in maniera molto fredda rispetto al documento governativo che si offriva alla critica e alle proposte di insegnanti, alunni e famiglie. Che cosa è accaduto? Sicuramente le idee contenute ne La Buona Scuola vogliono puntare ad un cambiamento della scuola italiana, senza però specificare verso quale idea di scuola si voglia andare, basandosi soprattutto sulla copertura finanziaria delle proposte presenti e sulle richieste del mercato del lavoro senza soffermarsi, invece, su un quadro di cambiamento coerente. |