Politiche educative.

Esami di maturità atto secondo: ritornano le Commissioni interne!

Stiamo assistendo a un pessimo esempio di coerenza e di trasparenza delle Istituzioni, sulla vicenda delle commissioni interne per l’esame di maturità che “escono dalla porta e rientrano dalla finestra”

di Giorgio Allulli, Education 2.0 30.11.2014

Circa un mese fa, anche a seguito della mobilitazione di migliaia di uomini di cultura e di scuola, tra cui Luigi Berlinguer, Tullio De Mauro, Alessandro Cavalli, Andrea Gavosto, Gian Candido De Martin, Giorgio Israel, Mariangela Bastico, Paolo Ferratini, Giovanni Trainito, Stefano Ceccanti, Luciano Benadusi, Piero Lucisano, Roberto Moscati, Fiorella Farinelli, Emanuele Barbieri, Mauro Palumbo, Mario Fierli, Maurizio Tiriticco, Vittoria Gallina e Giorgio Rembado (anche in rappresentanza dell’Associazione Nazionale Presidi), Beppe Bagni (anche in rappresentanza del CIDI), il Presidente del Consiglio – Matteo Renzi – s’impegnò solennemente a non modificare l’esame attraverso la legge di stabilità, ritirando l’iniziale proposta del MIUR.

Oggi purtroppo emerge la notizia che durante la discussione della legge di stabilità è stato approvato, in Commissione Bilancio, un emendamento che di nuovo apre la strada a questa ipotesi. Infatti l’emendamento (n. 28.63) richiede al MIUR di approvare, entro 60 giorni dal varo della legge di stabilità, un decreto riguardante la composizione delle commissioni d’esame con effetti dall’anno 2015 che valorizzi i principi dell’autonomia scolastica, della continuità didattica, della coerenza degli standard valutativi. 
Dalla lettura del dispositivo si capisce facilmente che, dietro a questi – apparentemente nobili principi – l’obiettivo è far giudicare gli alunni dai loro stessi docenti; tanto che il comma successivo parla di “economie”, che evidentemente si otterrebbero risparmiando sulle missioni dei commissari esterni.

Su queste pagine sono state già rappresentate da me e da altri le molte obiezioni di merito che si frappongono a questa scelta, e non ci torno dunque sopra. Oggi a queste obiezioni si aggiungono le considerazioni sulla forma di quest’ultima iniziativa, che viene assunta un mese dopo che i cittadini erano stati solennemente rassicurati sul mantenimento delle commissioni esterne, attraverso un emendamento che adotta un linguaggio fumoso, per sviare l’attenzione dall’evidenza. 
Si tratta veramente di un pessimo esempio di coerenza e di trasparenza delle Istituzioni, che suscita lo sdegno di tanti cittadini che nel mese di ottobre in 5.200 avevano firmato – in soli 10 giorni – una petizione per mantenere l’indispensabile verifica esterna nel momento finale della carriera scolastica dei nostri studenti.
Ribadiamo dunque la necessità chela riforma dell’esame di maturità avvenga sulla base di un dibattito trasparente e sviluppato nelle sedi appropriate, e salvaguardando in ogni caso il principio della terzietà della valutazione finale.

Come dice il documento sulla “Buona scuola” (pagg. 63 e 64): Non c’è vera autonomia senza responsabilità. E non c’è responsabilità senza valutazione. E infine autonomia è il contrario di autoreferenzialità. 
O no?

Firma la nuova petizione:

Rispettare gli impegni presi e cancellare l'emendamento introdotto dalla Camera sugli esami di maturità,
di Giorgio Allulli