Pensioni Quota 96 Scuola, emendamento riammesso: adesso il voto, rabbia pensioni d’oro

Pensioni Quota 96 Scuola, emendamento riammesso dopo la soppressione: adesso il voto, rabbia sul caso pensioni d’oro.

di Massimo Calamuneri, The Blasting News 13.11.2014

Continuano ad arrivare aggiornamenti in merito al caso pensioni Quota 96 Scuola: l’emendamento presentato dal deputato diSEL Giorgio Airaudo è stato infatti bocciato ma subito dopo riammesso, con la conseguenza che il provvedimento verrà discusso a partire da lunedì prossimo. L’emendamento relativo al caso pensioni Quota 96 Scuola, che consentirebbe ai diretti interessati di accedere al pensionamento a partire dal primo settembre 2015, era dunque finito nel calderone dei 1600 bocciati su un totale di 3800 presentati, poi il dietro front con la riammissione di novanta emendamenti scartati in precedenza: tra questi per l’appunto quello presentato da SEL, con i Quota 96 della Scuola che possono dunque tornare a sperare dopo che all’orizzonte sembrava profilarsi l’ennesima beffa. Chi come il sottoscritto ha seguito ogni istante della vicenda connessa al caso pensioni Quota 96 Scuola non può non rammentare come la vertenza sia ancora in piedi per problematiche di natura economica: mancano dunque le coperture per consentire ai 4000 Quota 96 della Scuola di accedere al pensionamento (ripristinando in questo caso un diritto e non concedendo una qualche forma di grazia o cortesia), eppure stando a quanto comunicato (solo oggi) dall’INPS, lo stralcio di quattro righe originariamente contenute nella Legge Fornero costerà alle casse statali quasi 3 miliardi di euro in un decennio. Al centro delle righe cancellate una norma che avrebbe imposto un pesante tetto alle pensioni d’oro, e qui la mente comincia a viaggiare…

Pensioni Quota 96 Scuola, emendamento riammesso: adesso il voto, mancano i fondi eppure le pensioni d’oro superano i 37mila euro al mese

Come accennato in apertura, giungono buone notizie in merito al caso pensioni Quota 96 Scuola: l’emendamento presentato da SEL che consentirebbe alla categoria di andare in pensione a partire dal primo settembre 2015 è stato infatti riammesso dopo la bocciatura dei giorni scorsi. A darne conferma la deputata di SEL Annalisa Pannarale: ‘Ora avanti fino in fondo. La vostra insipienza e le vostre bugie hanno già sottratto troppi anni di dignità ai lavoratori’. Sarà la Commissione Bilancio, a partire da lunedì prossimo, a valutare la fattibilità o meno del provvedimento, quello stesso organismo che in passato ha più volte bocciato le tante proposte di legge presentate in merito al caso pensioni Quota 96 Scuola per via della mancanza di fondi. Eppure, quanto comunicato in questi giorni dall’INPS certifica l’ennesima sperequazione della previdenza italiana. Quattro righe contenute nella Legge Fornero che avrebbero imposto un tetto alle pensioni d’oro sono infatti sparite: spieghiamoci meglio. Il testo magicamente scomparso prevedeva che dal 1°gennaio 2012, anche i contributi dei dipendenti che avevano edificato la propria pensione ricorrendo al solo sistema retributivo, si sarebbero dovuti calcolare con il sistema contributivo: in sostanza, chi rimaneva al lavoro sino a maturare i 40 anni di contributi - guadagnando così il diritto a percepire un sostanzioso vitalizio - poteva si contribuire a far alzare ulteriormente la propria pensione ma entro il limite massimo dell’80% dell’ultimo stipendio. Ebbene, questa previsione è stata elisa, con la conseguenza che tra poco tempo c’è chi andrà in pensione con assegni che superano la soglia del 120% dell’ultimo stipendio. La norma era rivolta ad alti funzionari dello Stato (in primis magistrati e docenti universitari) che adesso potranno godere di 3-4mila euro al mese in più: per fare un esempio, chi avrebbe potuto prendere 33mila euro al mese di pensione grazie alla ‘magica sparizione’ arriverà sino a37. Sempre l’INPS stima che siano 160mila circa i beneficiari di uno scherzetto che allo Stato italiano costerà quasi 3 miliardi di euro in un decennio. Voi che cosa pensate di tutto questo?