Sondaggio Gilda, i prof bocciano gli scatti
per merito ma promuovono le assunzioni

 Tuttoscuola, 13.11.2014

Dell'abolizione degli scatti di anzianità e dell'introduzione di un percorso di carriera che premi soltanto il 66%dei docenti ogni tre anni, gli insegnanti che hanno risposto al sondaggio on line condotto dalla Gilda degli Insegnanti sul Rapporto #Labuonascuola non ne vogliono proprio sapere. Vengono valutati molto positivamente il piano delle 148mila assunzioni, lo svuotamento delle Gae e l’accesso alla professione mediante il solo concorso dopo lo svuotamento, e il potenziamento dell’alternanza scuola/lavoro. Bocciate invece senza appello la chiamata diretta da parte dei presidi sulla base di un Registro nazionale dei docenti e la possibilità per famiglie e studenti di scegliere i programmi di studio.

L'indagine, partita il 12 settembre, è stata pubblicata nei siti www.gildains.it e www.gilda-unams.it con l'ausilio del software specializzato SurveyMonkey e ha raccolto le opinioni di 2.734 insegnanti. Le nove domande poste dal questionario riguardano scatti di anzianità, precari, reclutamento, carriera, merito, programmi di studio, alternanza scuola/lavoro, e finanziamenti privati alla scuola pubblica statale. Quattro le opzioni di risposta offerte ai partecipanti per esprimere il loro livello di gradimento delle proposte avanzate su questi argomenti dal progetto Renzi-Giannini.

I dati più significativi in termini di risposte negative riguardano gli scatti di anzianità, la chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici e le progressioni di carriera basate sul merito e attribuite al 66% dei docenti ogni tre anni.

Alla domanda ''siete d'accordo con l'abolizione degli scatti di anzianità'' (Q4), l'84,32% ha risposto ''per niente'', il 9,24% ''poco'', il 4,16% ''abbastanza'' e il 2,28% ''molto''. Risultati in linea con quelli del quesito successivo ''come giudicate la proposta di istituire un percorso di carriera che premi soltanto il 66% degli insegnanti ogni triennio'' (Q5), al quale l'81,41% ha risposto ''pessima'', il 10,86% ''discreta'', il 5,49% ''buona'' e il 2,25% ''ottima''.

Rispetto alla chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici (Q3), il 76,88% si è dichiarato ''per niente favorevole'', il 13,18% ''poco favorevole'', il 6,74% ''abbastanza favorevole'' e il 3,20% ''molto favorevole''.

Anche la proposta di far scegliere i programmi di studio ad alunni e famiglie (Q6) incontra il marcato disappunto degli insegnanti: il 73,05% si definisce ''per niente d'accordo'', il 21,28% ''poco

d'accordo'', il 4,34% ''abbastanza d'accordo'' e l'1,33% ''molto d'accordo''.

Interpellati sul tema dell'immissione in ruolo dei 148mila precari attualmente inseriti nelle GaE (Q1), quasi la metà (49,01%) degli insegnanti ha risposto di essere ''molto d'accordo'', il 27,47% ''abbastanza'', il 14,05% ''poco'' e il 9,47% ''per niente''.

In merito al metodo di reclutamento, il 44,81% si dichiara ''molto d'accordo'' all'assunzione soltanto tramite concorso, dopo lo svuotamento delle GaE'' (Q2), il 25,64% ''abbastanza'', il 16,13% ''per niente'' e il 13,42% ''poco''.

Il potenziamento dell'alternanza scuola/lavoro (Q7) viene considerato invece complessivamente positivo: per il 34,75% dei docenti è ''buono'', per il 32,96% ''discreto''. A ritenerlo ''ottimo'', invece, è il 20,30% mentre incassa un giudizio ''pessimo'' dal 12%.

Tendenzialmente negativa, poi, la posizione espressa in merito all'ingresso di risorse private per finanziare la scuola pubblica statale (Q8): ''poco d'accordo'' il 33,80% e ''per niente d'accordo'' il 30,80%, contro il 27,40 che si dichiara ''abbastanza d'accordo'' e l'8,01% ''molto d'accordo''.

La maggioranza dei partecipanti al sondaggio, infine, accoglierebbe positivamente la possibilità di dedurre fiscalmente contributi volontari che le famiglie versano alle scuole (Q9). ''Molto favorevole'' risulta il 47,22%, ''abbastanza favorevole'' il 33,50%, ''poco'' il 10,90% e l'8,38% ''per niente''.

A margine della conferenza stampa, il coordinatore nazionale Rino Di Meglio ha annunciato la proclamazione dello stato di agitazione e l'avvio, come da prassi, del tentativo di conciliazione con il Governo per il rinnovo del contratto. La mobilitazione comincerà con la manifestazione nazionale #siamonoilabuonascuola indetta per domenica 23 novembre a Firenze. ''Se il Governo non ascolterà le nostre richieste - ha dichiarato Di Meglio -metteremo in campo altre forme di lotta, senza escludere azioni di sciopero, augurandoci che si crei un fronte unitario di protesta con gli altri sindacati''.