Legge Stabilità, 3.700 emendamenti presentati
in commissione Bilancio alla Camera

di Giulia Boffa,  Orizzonte scuola 8.11.2014

Terminate le audizioni presso le commissioni riunite di Camera e Senato, il calendario prevede il 7 novembre la presentazione di un pacchetto da 500 emendamenti su cui lavorerà la commissione Bilancio della Camera assieme alle proposte delle altre commissioni, del relatore e del Governo.

In tutto, il tetto previsto è di mille emendamenti. Da giorno 11 se ne valuterà l’ammissibilità e i ricorsi. Dal 12 si parte con le votazioni sul Ddl Bilancio e dal 13 novembre con quella sugli emendamenti alla manovra, la cui approvazione è fissato entro il 20 novembre.

Sembra tuttavia difficile che tra Camera e Senato si possa fare in fretta, tanto più che a rallentare il cammino della Legge di Stabilità ci sono stati anche i rilievi della UE, che ha chiesto una correzione da 4,5 miliardi al testo presentato dal Governo alle Camere. La parola passa per ora ai partiti, i cui emendamenti rispecchieranno probabilmente anche alcune delle critiche mosse dalle parti nel corso delle audizioni parlamentari.

Oltre un quarto degli emendamenti alla legge di Stabilità arriva dal Pd. Il partito del premier Matteo Renzi ha depositato in commissione Bilancio della Camera 1034 proposte di modifica sulle 3.700 presentate. A seguire ci sono 643 proposte del Movimento cinque stelle, 569 da Fi, 373 dalla Lega, 266 da Sel, 242 da Ncd, 120 da Sc, 108 da Fratelli d'Italia, 81 da Per l'Italia, una sessantina dalle minoranze linguistiche, un'altra sessantina dai socialisti, 30 dalle altre componenti del gruppo misto. Infine sono arrivati 53 emendamenti dalle varie commissioni coinvolte nell'iter della legge di Stabilità.

Tra gli emendamenti presentati c'è quello di Scelta Civica: “un emendamento alla legge di Stabilità per portare l’Iva sulle pubblicazioni in formato elettronico, a partire dagli e-book, dal 22 al 4%, uniformandola a quella applicata alle pubblicazioni su supporto cartaceo”.

Ricordiamo che uno dei punti principali del piano di stabilità  è l’assunzione di 150mila precari, per rafforzare l’offerta formativa e creare gli organici funzionali. La stabilizzazione viene prevista anche nella manovra.

Verranno ridotte le supplenze brevi, del personale Ata (circa 65 milioni di euro a regime) e soprattutto dei docenti (gli incarichi più immediati saranno coperti dagli organici funzionali).

Il risparmio stimato è di circa 135 milioni e non di tutti i 600 che lo Stato ha speso fino a oggi per i contratti a tempo, a dimostrazione che le supplenze non potranno scomparire del tutto.

Particolarmente colpito il personale amministrativo, tecnico e ausiliario, che viene ridimensionato di 2mila unità per 50 milioni di risparmio. Sulla scia della riforma della pubblica amministrazione c’è una stretta anche su esoneri, comandi e distaccamenti, che farà risparmiare complessivamente 140 milioni di euro: saltano in pratica 1.591 esoneri e 3.105 semi-esoneri dei vicari, 2.500 comandi tra cui 1.371 presso UU.SS.RR., 2.017 posti ATA in organico di diritto.

Per le non statali, però, viene stanziata una spesa di 200 milioni di euro (anche se la sua costituzionalità è stata messa in forse dalla prima Commissione affari costituzionali), una cifra in linea con quelle degli scorsi anni che fa chiudere sostanzialmente in pareggio il saldo delle paritarie.

Il Fondo per l’offerta formativa, ridotto di altri 30 milioni di euro, potrà essere rifinanziato con il blocco degli scatti di carriera fino al 2018,ma il Fondo di finanziamento ordinario per gli atenei viene ridotto di 34 milioni di euro, quello per gli enti di ricerca di 42 milioni.

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