Buona scuola o scuola poco seria?

Lucio Ficara,  La Tecnica della Scuola 28.11.2014

Il caso delle commissioni d'esame "ad assetto variabile" ed altalenante fa pensare ad un  Ministero in cui la confusione regna sovrana.

La politica parla troppo spesso di scuola, a vanvera e senza cognizione di causa, sostenendo riforme epocali, piani rivoluzionari, capaci di restituire al Paese una buona scuola. 
Una politica che non investe mai un euro sulla scuola e che è sempre pronta a ridurre la spesa su istruzione, ricerca e università. Abbiamo dei politici che di scuola non capiscono proprio niente, e questo lo si capisce dall’enormità che scrivono sui documenti di proposta di legge sulla scuola. Sottosegretari all’istruzione che pensano di vivere nell’iperuranio platonico, dove risiede il fine intelletto di chi non sbaglia mai, ma poi scopriamo essere in evidente contrasto con il primo responsabile del Miur. 
É successo prima con Roberto Reggi e sembra che la storia si stia ripetendo con Davide Faraone. Ricordiamo infatti che, l’ex sottosegretario del Miur Reggi, è stato rimosso dal Ministero dell'Istruzione, dopo essere entrato in totale divergenza, in sostanza in un insanabile conflitto con il ministro Stefania Giannini, per avere scavalcato lo stesso ministro dell’istruzione sulla gestione e presentazione del piano “La Buona Scuola”. È ancora fermo il ricordo della boutade estiva di Reggi, in cui sosteneva le 36 ore settimanali di orario di servizio per i docenti. Oggi il ruolo di Roberto Reggi, promosso alla direzione del Demanio al ministero dell’economia, è stato preso, anche nell’atteggiamento di supremazia interna al Miur, dal giovane deputato renziano Davide Faraone. 
A quanto è dato sapere, come capitava con Reggi, il ministro Stefania Giannini ha un rapporto conflittuale e di visione diversa della scuola anche con lo stesso Faraone. Allora viene spontanea una domanda: “Ma qual è la linea politica del Miur?”. 
Certo è che al Miur regna sovrana la confusione, l’incertezza e non si comprende bene quale sono i reali provvedimenti che verranno presi. Molti insegnanti sono fortemente indignati  sulla questione altalenante degli esami di Stato 2015, dove un giorno si parla di un esame con commissioni interne, fatta eccezione per il presidente di commissione, un altro giorno si cambia e si parla di commissioni miste con metà commissari esterni e metà interni, poi si torna a parlare, ed è notizia di ieri, di commissioni con docenti tutti interni. 
Sugli esami di Stato stiamo assistendo ad ordini e contrordini che danno l’idea dello stato confusionale in cui si opera al Miur. Ci piacerebbe sapere con precisione e in tempi stretti chi sarà chiamato a ricoprire il ruolo di commissario di esame di Stato il prossimo giugno 2015. É chiedere toppo sapere a dicembre che esame di Stato sarà quello di giugno? Una scuola né buona, né cattiva, ma semplicemente una scuola seria, ad anno ormai pienamente iniziato, dovrebbe avere ormai chiarezza su chi esaminerà e su come saranno le prove d’esame. È veramente surreale che chi non dimostra serietà, ha la presunzione di proporre una Buona Scuola. 
Noi ci accontenteremmo, molto più modestamente, di una scuola seria che è il minimo presupposto per fare “La Buona Scuola”.

 

“Mala tempora currunt sed peiora parantur”, dicevano i saggi latini.

É proprio così, corrono tempi cattivi ma se ne preparano di peggiori, infatti se nella legge di stabilità per l’anno 2015 è previsto il blocco del contratto per un ulteriore anno ed anche il blocco triennale della vacanza contrattuale, pare che sia già pronto un provvedimento ancora peggiore per tutto il pubblico impiego.
A leggere bene l’art.21 della prossima legge di stabilità, che modifica l’art.9 comma 17 del decreto legge 78/2010, si prevede il rinvio di un anno del pagamento dell’indennità di vacanza contrattuale, previsto a legislazione vigente a decorrere dal 2018, con riferimento al triennio contrattuale 2018-2020.

Quale motivo c’è di bloccare, oltre il contratto del pubblico impiego, e quindi anche della scuola, pure l’incremento della vacanza contrattuale fino al 2020? A pensarci bene il motivo di questa operazione potrebbe essere l'intenzione di prorogare ancora, già con la legge di stabilità 2016, il blocco del contratto sine die.

Esiste infatti una bozza di documento, che attesta la volontà di bloccare i contratti pubblici, compreso quello della scuola, fino al 2019. Se fosse realizzato un blocco contrattuale di questo tipo, per la scuola si tratterebbe di rinnovare il contratto dopo 10 anni dalla scadenza dell’attuale. Altro che vacanza contrattuale, a questo punto si potrebbe parlare, senza ombra di dubbio, di nullità e privazione contrattuale.

E poi non era il 2014 l’anno che il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, aveva indicato come quello dell’rinnovo contrattuale? Il silenzio assordante del responsabile del Miur sul tema rinnovo del contratto scuola, la dice lunga sul fatto che gli insegnanti dovranno aspettare ancora tanto tempo prima di vedere un nuovo contratto. Speriamo che il ministro Giannini smentisca voci e indiscrezioni garantendo invece l'apertura di una stagione contrattuale capace di restituire serenità e dignità professionale al personale della scuola.

Se fosse vera l’intenzione, da parte del governo, di bloccare il contratto della scuola fino al 2019, non si comprenderebbe con quale coraggio si possa attuare un piano scuola, che oltre tutto aumenta i carichi di lavoro degli insegnanti.

Se tutto questo fosse vero oltre il danno del blocco reiterato del contratto si aggiungerebbe anche la beffa dell’approvazione di una legge, che peggiorerebbe, e non di poco, le condizioni di lavoro dei docenti e del personale scolastico.

“Mala tempora currunt sed peiora parantur”.